Un enorme file in formato Excel salvato in un computer portatile nascosto dentro una stanza al seminterrato dell’abitazione di Antonio Calogero Montante a Serradifalco, in provincia di Caltanissetta. Contiene diverse cartelle: alcune intestate nominalmente, una denominata Tutti e altre Curr. per sen., Tel. sen. e sms sen. Si tratta di curricula, telefonate e messaggi in entrata e in uscita, con segnalazioni di persone per cui trovare un posto di lavoro, promozioni o trasferimenti a sedi più gradite. È da un perquisizione del gennaio 2016 che salta fuori questo analitico database di Montante, non appena gli inquirenti inseriscono la password da lui scelta, non troppo sicura né originale. Solo cinque lettere che compongono una parola di uso fin troppo comune: gatto.
Una rete ramificata di rapporti costruita e trascritta nero su bianco, che testimonia favori chiesti, ottenuti e ricambiati dall’ex numero uno di Confindustria Sicilia. Rapporti intrattenuti anche con esponenti di rilievo delle istituzioni, a partire dagli anni Novanta, annotati con metodo rigorosissimo per precostituirsi un documento da usare come prova – falsata rispetto alla realtà, dicono gli inquirenti – in caso di necessità. Tra questi rapporti spiccano quelli con i fratelli Paolo e Vincenzo Arnone, entrambi uomini d’onore al vertice della famiglia di Serradifalco e testimoni di nozze di Antonello Montante. È a Vincenzo Arnone che, nel settembre del 2000, chiede l’autorizzazione per l’apertura di un supermercato a Serradifalco in favore dell’amico Massimo Romano, che oggi gestisce decine di punti vendita con marchio Mizzica-Carrefour, anche lui fra gli arrestati dell’operazione Double face della procura di Caltanissetta. L’accordo prevederebbe, in cambio, l’assunzione di persone segnalate dagli Arnone e l’obbligo di acquistare la merce solo da grossisti di loro fiducia. «Mi fai trasiri (entrare, ndr) qualche amico». Montante si sarebbe speso per Romano per fare in modo che non sia costretto a pagare il pizzo alla locale famiglia mafiosa, «visto che – annotano i pm – entrava in territorio loro».
Assunzioni in cambio di favori ricevuti, sotto forma di informazioni riservate di cui l’imprenditore sarebbe venuto a conoscenza ancora in fase di indagini segrete o di dossieraggi per rendere inattendibile chi lo accusava. Una delle consuetudini di Montante per riuscire a soddisfare le richieste provenienti da appartenenti alle forze dell’ordine locali per sistemare amici e familiari è quella di rivolgersi all’amico Massimo Romano. È tramite lui che trova la possibilità di inserire nel consorzio Confidi, di cui Romano è presidente, la figlia del colonnello Gianfranco Ardizzone (ex comandante provinciale della guardia di finanza di Caltanissetta ed ex capo del centro della direzione investigativa antimafia di Caltanissetta, ora indagato). Da gennaio a maggio del 2008 a tempo determinato per poi passare, subito dopo, all’indeterminato. Stando anche alle testimonianze dei collaboratori di giustizia raccolte dagli inquirenti, non sarebbero state le particolari competenze della donna a favorirne l’assunzione quanto, piuttosto, la volontà di rendere un favore al padre. L’iniziativa eccessiva di Romano pare abbia perfino urtato la suscettibilità di Montante che «voleva sempre avere la paternità di tutte le cose».
Altro figlio da sistemare è quello del luogotenente Mario Sanfilippo (indagato pure lui), che era stato in servizio alla guardia di finanza di Caltanissetta. Nel settembre del 2008, la sorella del 58enne sarebbe stata assunta in una società riconducibile a Massimo Romano, per il tramite di Montante. Otto anni dopo, Sanfilippo in macchina con la moglie discute del futuro del figlio che, appena laureato in giurisprudenza, di lì a poco verrà assunto alle dipendenze di un imprenditore in stretti rapporti con Romano. «Periodo più negativo non ci poteva essere pi sta cosa (per questa cosa, ndr)», dicono i due coniugi lamentando che la situazione del figlio tardasse a concretizzarsi a causa delle indagini in corso – di cui sarebbero stati a conoscenza – nei confronti di Montante. In realtà, l’ingresso nel mondo del lavoro del figlio di Sanfilippo va in porto nei primi giorni di maggio del 2016 dopo varie sollecitazioni. «Scusa se ti disturbo, ho mio figlio che mi marca stretto perché è a casa senza fare niente. Tvb», scrive il luogotenente in un messaggio all’imprenditore. Fra reciproche esternazioni di affetto e di stima, la risposta non tarda ad arrivare. Nella telefonata per gli accordi conclusivi, l’imprenditore si rivolge a Sanfilippo chiamandolo «amore».
Non solo discendenti in linea diretta o parenti di sangue. Ettore Orfanello (ex comandante del nucleo di polizia tributaria della guardia di finanza di Caltanissetta, ai domiciliari da ieri) si sarebbe speso per la donna con cui intrattiene una relazione sentimentale, Maria Rosaria Tirrito, che viene assunta prima alle dipendenze di uno dei supermercati del gruppo della famiglia Romano e poi in Confidi. In una conversazione fra i due, intercettata dopo l’inaspettato licenziamento di lei, Orfanello la rassicura dicendo che è solo questione di tempo e che ci avrebbe «pensato Montante a risolvere i guai». E, infatti, è Montante a stimolare Romano per impiegare la donna in un lavoro più comodo e più adeguato rispetto a quello di cassiera, per rendere un favore all’ex comandante. E c’è di più: lo stesso Orfanello, dopo essere stato sospeso dal servizio in seguito a delle vicende giudiziarie, a partire dai primi mesi del 2015 avrebbe trovato un impiego in nero per una ditta che si occupa di sicurezza nei supermercati dello stesso Romano.
Il Sistema Montante avrebbe garantito un’occupazione sicura, ma stavolta in un ente a partecipazione pubblica, anche alla moglie di Giuseppe D’Agata, l’ex comandante provinciale dei carabinieri di Caltanissetta che, quando nell’ottobre del 2014 avvengono i fatti, è capocentro alla direzione investigativa antimafia di Palermo prima di passare ai servizi segreti. Maria Rosaria Battiato viene nominata presidente dello Ias, Industria acqua siracusana (l’ente che si occupa dello smaltimento dei fanghi industriali) dopo la rimozione del precedente per volere di Montante in occasione del rinnovo del consiglio di amministrazione. Montante lo deve a D’Agata in cambio del contenuto di intercettazioni fornite anche su cd o pen drive. All’interno dello stesso cda, nomina anche Gianluca Gemelli di Confindustria Siracusa (indagato e poi archiviato nell’inchiesta sulla lobby del petrolio di Augusta) e un sindacalista della Uil.
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