Avrebbero acquisito la disponibilità di oltre duemila ettari di terreni grazie ad atti pubblici falsi e alla complicità di funzionari dell'Agea, alle spalle degli ignari proprietari. Associazione a delinquere, truffa, tentata estorsione sono le accuse che a vario titolo i pm contestano a 13 persone. Del caso si era occupato il M5s in Senato
Siracusa, truffa sui fondi per l’agricoltura Indagato il notaio Coltraro, deputato Ars
Atti pubblici falsi su cui ci sarebbe la firma del notaio Giambattista Coltraro, deputato regionale del gruppo Sicilia Democratica, al fine di ottenere fondi per l’agricoltura per oltre 200mila euro. Secondo la procura di Siracusa il politico faceva parte di un sistema che, anche con intimidazioni e danneggiamenti, avrebbe acquisito la disponibilità di oltre duemila ettari di terreni tra Augusta, Lentini e Carlentini, appartenenti a proprietari del tutto ignari di quanto stava accadendo. Nell’ambito dell’operazione Terre emerse tredici persone sono state raggiunte da misure cautelari con l’accusa, a vario titolo, di associazione per delinquere, tentata estorsione aggravata, truffa, truffa aggravata per il conseguimento di erogazione pubbliche, corruzione e falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici.
L’inchiesta dei pubblici ministeri di Siracusa e condotta dai carabinieri della compagnia di Augusta è partita oltre un anno fa e oggi sono scattate le ordinanze. Si tratta di un sistema di truffa sempre più rodato, come dimostrano le inchieste di diverse procure siciliane negli ultimi anni. Il gruppo avrebbe ottenuto centinaia di migliaia di euro presentandosi come titolare di appezzamenti di terreno, appartenenti in realtà ad altri soggetti del tutto estranei alla vicenda. Un meccanismo reso possibile, secondo gli inquirenti, grazie agli atti pubblici falsificati rogati da Coltraro e alla complicità di ispettori dell’Agea, l’Agenzia per le erogazioni in agricoltura, cioè l’ente che da Roma gestisce i fondi stanziati dal Fondo Europeo Agricolo di Garanzia e dal Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale. Nonché dalla corruzione di militari della Guardia di finanza, in servizio in un reparto del messinese.
Nel dettaglio sono stati emessi un ordine di custodia cautelare in carcere nei confronti di Antonino Carcione, 46 anni di Lentini; dieci ordinanze di custodia agli arresti domiciliari, tra i cui due dipendenti e due collaboratori della Agea; una misura dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Carcione, già nel 2013, era stato colpito da provvedimento di sequestro da parte della Direzione investigativa antimafia di Messina, perché ritenuto esponente del clan peloritano dei Tortoriciani.
Le indagini, coordinate dal procuratore capo Francesco Paolo Giordano, hanno fatto emergere un sistema articolato in più fasi. Prima avveniva la selezione dei terreni, in maniera «quasi chirurgica – spiega la Procura – preferendo le terre in proprietà di persone molto anziane o in condizioni di debolezza socio economica, prive delle risorse e delle capacità per resistere alle condotte usurpative». Per allontanare i proprietari dai loro terreni si andava dall’invasione di mandrie, all’incendio, dall’avvelenamento dei frutti alle minacce verbali. Dopo aver costretto i proprietari all’allontanamento, gli indagati se ne sarebbero appropriati mediante recinzione del terreno con filo spinato o utilizzazione per i pascoli, o sfruttando lo stato di abbandono. Per poi passare «dall’appropriazione di fatto a quella giuridica». E qui entrerebbe in gioco Coltraro.
Per il deputato è scattato il divieto temporaneo di esercitare la professione di notaio per dieci mesi. Il parlamentare regionale del gruppo Sicilia democratica, uno dei piccoli partiti che sostiene la maggioranza di Rosario Crocetta, è risultato tra il 2011 e il 2014 il più ricco tra i politici dell’Assemblea regionale siciliana. A 40 anni è stato eletto con oltre quattromila preferenze nel collego di Siracusa tra le file del Megafono ed è alla sua prima legislatura. Di lui e della sospetta compravendita di terreni si è occupata anche la trasmissione Le Iene nelle settimane scorse. Al video Coltraro rispose pubblicamente parlando di «una barbara speculazione politica contro di me».
Secondo la Procura, tuttavia, l’associazione «procedeva ad un’appropriazione cartolare, con la creazione apparente di titoli giuridici formalmente ineccepibili. Le risultanze degli atti notarili di compravendita, contenenti false dichiarazioni rese da privati, sono smentite da visure storiche per immobile che non menzionano alcun passaggio di proprietà tra i reali proprietari e quelli sedicenti che risultano privi del titolo, in modo da consentire la stipula della compravendita con gli acquirenti finali». Avendo la titolarità giuridica sui terreni era possibile richiedere all’Agea i contributi previsti a tutela dell’agricoltura e della zootecnica.
In un’interrogazione parlamentare dello scorso aprile, il deputato catanese del Movimento cinque stelle Mario Michele Giarrusso ha sollevato il caso. «Ad Antonino Carcione – diceva in Senato – furono confiscati i terreni precedentemente sequestrati, nel luglio 2012, ed individuabili in 14 appezzamenti a Carlentini (Siracusa), di cui risultava intestatario in comproprietà con il fratello e la cognata, acquistati, inoltre, ad un prezzo ritenuto eccessivo e sproporzionato in riferimento ai redditi dichiarati; nonostante i fatti suddetti, Antonino Carcione continua, indisturbato, nella sua opera finalizzata ad impossessarsi di un numero sempre maggiore di appezzamenti terrieri nel siracusano e, più precisamente, nei comuni di Augusta (commissariato per mafia), Carlentini e Melilli, ove si stanno verificando cessioni di terreni arbitrarie, senza che i legittimi proprietari ne siano a conoscenza; invero, in un solo ed unico atto sarebbero state alienate circa 190 particelle, in cui figurano Michele Ausilio, quale parte venditrice e, ancora una volta, Antonino Carcione come parte acquirente. La compravendita sarebbe stata perfezionata alla presenza del notaio e deputato regionale, Gianbattista Coltraro».
Agli arresti domiciliari sono finiti la moglie di Carcione, Monia Lanzi, 38 anni; il fratello Sebastiano, 49 anni, ed il figlio Giuseppe, 21 anni. Ai domiciliari anche due dipendenti dell’Agea, Giuseppe Mistretta, romano, di 52 anni; e Sergio Ciuffetti, 54 anni, di Frascati. La misura ha colpito anche due tecnici di ditte esterne incaricati dalla stessa Agea per rilievi aerei e perizie informatiche: Ersilio Calderone di 52 anni, romano, e Alessandro Buressiani, di Cori, 38 anni. Infine ai domiciliari Carmelo Bonaccorso, 42 anni, carlentinese, e Michele Ausilio, 41 anni di Vizzini, indicati come falsi venditori dei terreni. Con il ruolo di fiancheggiatore arrestato anche Luciano Salamone, 62 anni, lentinese. Misura di obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria per un agronomo di Siracusa. Indagato un finanziere per il quale è stata chiesta l’interdizione dei pubblici uffici ma si attende l’interrogatorio di garanzia. Sono in corso provvedimenti di sequestro pari a circa 175 mila euro, relativi ai contributi erogati dall’Unione Europea, agli indagati.
In merito all’inchiesta che lo vede coinvolto, Coltraro si dichiara convinto di poter dimostrare la propria estraneità: «Ho operato secondo legge e secondo criteri di massima diligenza, previsti dai protocolli notarili. Reputo – ha aggiunto il deputato – che alla base del provvedimento ci sia un problema sull’interpretazione giuridica delle vendite a rischio e pericolo dell’acquirente, previste dall’art.1488 del codice civile e di aver ricevuto atti perfettamente validi e conformi alle vigenti normative italiane».