Sono sei le misure cautelari emesse dal gip di Messina, mentre undici in totale sono gli indagati. L'inchiesta è nata dopo una segnalazione del Tar, che aveva esaminato i ricorsi delle ditte che avevano perso la gara. Ne sarebbe emersa una rete di relazioni e presunti favori, che avrebbero alterato le procedure
Siracusa-Gela, tangenti per lavori dell’autostrada Arrestati vertici Cas e colossi Condotte e Cosige
Nuova bufera giudiziaria sul Consorzio autostrade siciliane. Sono sei le persone arrestate questa mattina dalla polizia perché ritenuti responsabili a vario titolo di turbata libertà degli incanti, abuso d’ufficio e corruzione. Sono coinvolti in una inchiesta su una presunta tangente per i lavori di realizzazione di tre lotti dell’autostrada Siracusa-Gela. Il gip del tribunale di Messina, Salvatore Mastroeni, ha disposto la custodia cautelare in carcere per Nicola Armonium e Antonino Gazzarra, vicepresidente del Cas. Domiciliari invece per Duccio Astaldi, presidente del consiglio di gestione della Condotte spa, impresa italiana leader nel settore delle costruzioni, per il presidente del consiglio di amministrazione della Cosige Scarl Antonio D’Andrea, l’ex capo della segretaria tecnica dell’ex governatore siciliano Rosario Crocetta, Stefano Polizzotto, e per il funzionario del Cas Gaspare Sceusa, già coinvolto negli scorsi giorni nell’inchiesta sui lavori di ripristino dell’A18 dopo la frana del 2015.
Il periodo a cui fanno riferimento le indagini va dal 6 marzo 2014 al 5 novembre 2015. A far scattare le indagini una segnalazione alla procura peloritana da parte del Tar, a cui avevano fatto ricorso le ditte escluse dalla gara. La commissione giudicatrice, composta da professionisti designati dal ministero delle Infrastrutture, aveva affidato la fase valutativa delle offerte anomale a una sotto-commissione composta da dirigenti e consulenti del Cas e presieduta dal rup Sceusa. Accolte le giustificazioni di Condotte d’acqua (società mandataria) e Cosedil (società mandante), il Cas, a luglio 2014, ha affidato l’appalto per un valore dichiarato di quasi 290milioni di euro. Ma durante la trattazione dei ricorsi presentati dalle ditte classificatesi alle spalle di Condotte – Tecnis e Sics -, il Tar ha ipotizzato che la sub-commissione non avesse condotto i necessari approfondimenti su un aspetto tecnico fondamentale dell’offerta di Condotte, che avrebbe comportato una nuova approvazione del progetto da parte del Genio civile e del ministero delle Infrastrutture.
Dalle indagini condotte dalle sostitute Alessia Giorgianni e Rosanna Casabona, sotto la guida del procuratore capo Maurizio De Lucia, sarebbe emersa la fondatezza dei rilievi del Tar, così da ipotizzare un condizoinamento dell’esito di gara. All’origine di questi condizionamenti ci sarebbero stati i vertici del Cas e consulenti legati ad ambienti politici e amministrativi regionali. Un’analisi dei subappalti avrebbe inoltre rivelato la presenza di un singolare affidamento di servizi di consulenza alla milanese Pachira Partners, per l’importo di un milione 650mila euro. La società, però, sarebbe stata in realtà una scatola vuota, facente capo ad Armonium, che a sua volta si sarebbe avvalso dell’avvocato Stefano Polizzotto. Armonium avrebbe ricevuto un incarico dal presidente di Condotte, Duccio Astaldi, poi formalizzato dal presidente di Cosige e dirigente di Condotte Antonio D’Andrea. Gli investigatori avrebbero scoperto inoltre che questi ultimi avevano seguito le fasi della gara ancora prima di ricevere qualsiasi formale incarico. Sarebbe poi emersa l’esistenza di un rapporto privilegiato tra Armonium e Gazzara, che in modo continuativo si sarebbe prodigato attraverso una serie di favori. Tra i quali la proroga dei termini per la consegna delle opere, l’abbattimento di penali e il riconoscimento di premi. Per contro, Gazzara avrebbe ricevuto incarichi dalla Pachira per circa 30mila euro e la promessa per consulenze future. Il giudice ha disposto il sequestro di quasi 480mila euro, eseguito nei confronti della società Pachira Partners e degli avvocati Polizzotto, Sartorio e Gazzara.
Nell’indagine sono coinvolte altre cinque persone. Si tratta dei componenti della commissione Pietro Mandanici, Sebastiano Sudano, Antonino Recupero e Corrado Magro. Oltre a loro, indagato anche Maurizio Trainiti, direttore generale pro-tempore del Cas.