Gestione idrica nel Siracusano: dopo le nomine, nessun piano da Aretusacque. Controcorrente: «Tempi certi o chiederemo i danni»

Una provincia quasi all’asciutto e una nuova società pubblico-privata nata per affrontare e risolvere il problema. Tutto bene, sulla carta, se non fosse che di quella società, subito dopo essere stata fondata e annunciata, e del suo cronoprogramma di interventi non se ne sa più niente. «Scrivo per avere notizie in merito alla grave situazione in cui si ritrovano molti Comuni del Siracusano, che da anni ormai segnalano la carenza o assenza di acqua in intere zone della provincia». Inizia così la pec inviata all’assessorato all’Energia e ai servizi di pubblica utilità della Regione Siciliana da parte di Giuseppe Scifo, in qualità di residente e di coordinatore provinciale di Controcorrente, il movimento politico fondato dal deputato Ars Ismaele La Vardera. «Non è possibile tenere nel silenzio totale, costretto a vivere continui disagi, un territorio con 403mila cittadini», continua Scifo. Il silenzio a cui si riferisce è quello che ha seguito, a fine luglio, l’annuncio della nascita di Aretusacque, il nuovo consorzio che dovrebbe gestire le reti idriche di gran parte del Siracusano. Fatte le nomine per la governance sul filo delle ferie estive, a mancare sarebbero progetti e tempi. Davanti alla cui assenza, Scifo annuncia possibili richieste di risarcimento danni.

Cos’è e a cosa serve il consorzio Aretusacque

È il 29 luglio quando viene annunciata ufficialmente la nascita della società Aretusacque, con il compito di occuparsi del servizio idrico integrato di 19 dei 21 Comuni della provincia di Siracusa, con l’esclusione di Buscemi e Cassaro – sotto i mille abitanti – che faranno da sé. Dalla gestione di 2mila chilometri di reti idriche, oltre mille fognarie e le reti di depurazione ai finanziamenti per migliorarle – con in ballo oltre un miliardo di euro -, il consorzio è stato spesso pensato negli anni ma mai realizzato. Almeno fino al battesimo di fine luglio, avvenuto in una lunga e calda (per temperature e tensione) riunione tra sindaci, commissari e consiglieri chiamati a rappresentare i propri Comuni, che ha subito fatto capire come il percorso non sarebbe stato semplice. Primo scontro: la scelta dei componenti del consiglio di sorveglianza – con compiti di controllo, indirizzo e verifica – a nomina politica delle amministrazioni, che detengono il 51 per cento delle quote. A svolgere la parte operativa sarà invece il consiglio di gestione a guida dei soci privatiAcea e Cogen – con il 49 per cento.

Le (difficili) nomine per la nuova società

A presiedere la neonata società è stato chiamato l’ex amministratore delegato di Acea Siracusa Roberto Cocozza, insieme a Piero Palermo per Cogen e all’avvocata Carolina Sampaoli, con esperienza nell’ufficio legale di Acquevenete. Per il consiglio di sorveglianza, invece, una serie di professionisti vicini alla politica e di ex amministratori: il commercialista autonomista Giuseppe Assenza, nominato presidente, lavorerà insieme al collega ed ex presidente Iacp Marco Cannarella, all’avvocato e già presidente dell’Ordine siracusano Francesco Favi, all’ex sindaco di Augusta Massimo Carrubba e all’assessora al Bilancio dimissionaria di Pachino Ivana Rabito. Una composizione non semplice – tra correnti, accordi e scontri politici – che dovrebbe, però, aprire a «una fase cruciale per la modernizzazione delle infrastrutture idriche locali», sono le parole con cui Confindustria Siracusa salutava la nascita di Aretusacque. Fatte le nomine sul filo delle ferie estive, però, dello svolgimento di questa nuova fase non si è saputo più nulla.

La richiesta di un vero piano per l’acqua nel Siracusano

«Questa situazione di carenza e assenza d’acqua, ormai cronicizzata negli anni, non è più accettabile – scrive Scifo all’assessorato regionale – così come, soprattutto, il silenzio da parte dell’ente che oggi dovrebbe dare informazioni in merito alle tempistiche per gli interventi da intraprendere con urgenza». L’attesa, ricorda Scifo alla Regione, riguarda innanzitutto «l’aspetto burocratico dell’iter per l’attivazione del consorzio», con una gestione concreta, insomma, al di là dell’apparato. E, subito dopo, la «crono-agenda dei lavori più urgenti da realizzare nei vari Comuni, che ormai vivono una situazione non più tollerabile». Con un impegno, da parte di Aretusacque, sulle tempistiche. In assenza di risposte, «intraprenderemo ogni tipo di azioni contro il vostro assessorato e contro la stessa Aretusacque – avverte Scifo – anche con una class action composta da migliaia di cittadini che chiederanno i danni per i disservizi lunghi anni, a fronte di un servizio essenziale di cui il vostro assessorato è responsabile».


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