L'inchiesta del comando provinciale dei carabinieri di Palermo ha fatto luce su una serie di fatti accaduti a partire dalla primavera del 2017. Tre persone sono finite ai domiciliari. Fondamentale la compiacenza di alcuni concessionari
Simulavano furti di auto per truffare le assicurazioni Sedici indagati, coinvolti un poliziotto e un carabiniere
Sedici misure cautelari sono state emesse dal gip di Palermo nei confronti di soggetti accusati di associazione a delinquere finalizzata al furto, riciclaggio di auto di lusso e truffa alle assicurazioni. I fatti al centro dell’indagine, condotta dai carabinieri e denominata Dirty Cars, si sono svolti tra il capoluogo e Villabate e hanno avuto inizio dalla primavera del 2017.
Dagli accertamenti è emerso che le auto di lusso – Ferrari, Porsche, Range Rover, Audi – venivano intestate a prestanomi e, dopo averle assicurate anche tramite l’installazione dell’antifurto satellitare, venivano rubate. Ma soltanto fittiziamente. I furti venivano denunciati tanto alle forze dell’ordine quanto alle compagnie assicuratrici per la riscossione del risarcimento.
Le stesse auto venivano poi fatte rinvenire e reimmatricolate con targhe e documenti di circolazione nuovi, grazie alla compiacenza di concessionarie. Tre del 16 indagati sono finiti ai domiciliari, mentre il gip ha deciso per sette l’obbligo di dimora e per sei quello di presentazione alla polizia giudiziaria. Tra le persone coinvolte ci sono anche un poliziotto e un carabiniere.