Silent Hill

Quando sentii per la prima volta che sarebbe uscito un film su “Silent Hill” non ho potuto fare a meno di essere contento, ero estremamente curioso di vedere come uno dei più famosi videogiochi per Play Station fosse stato riprodotto su pellicola. Qualche tempo dopo non si fece altro che pubblicizzare il cofanetto da collezione chiamato appunto “Silent Hill Collecion”, per Play Station; a quel punto pensai che il film fosse stata una mera manovrava commerciale da sfondo al cofanetto contenente gli ultimi tre episodi della saga videoludica (che consta di quattro episodi in totale), e in quanto tale non all’altezza delle aspettative che mi ero preposto per questo film. Fortunatamente mi sbagliavo, perché seppur il film sia stato a tutti gli effetti una mossa commerciale, non è risultato essere un flop, almeno a mio avviso. Già lo stesso regista, il francese Cristophe Gans, non è nuovo del genere, lo abbiamo già visto in, “Il Patto dei Lupi”; “Crying Freeman”, senza contare che poteva vantare la collaborazione di Roger Avary (è suo la sript di “Pulp Fiction”). I presupposti perché un film di buon livello uscisse c’erano tutti, e in effetti così è stato. Il film narra le vicende di Rose De Silva (Radha Mitchell) e di sua figlia adottiva Sharon (Jodelle Ferland), quest’ultima soffre di un particolare tipo di sonnambulismo, durante il quale la madre la sorprende più volte a pronunciare il nome Silent Hill. A questo punto dopo che ogni cura sembra essere stata vana per Rose, l’unica soluzione sembra proprio quella di portare la bambina a Silent Hill, in cerca della verità, contro la ferma opposizione del marito Christopher (Sean Bean, già visto ne “Il Signore degli Anelli”), restio a mandare moglie e figlia, in quell’orrenda città fantasma. Ora, chi ha giocato almeno una volta ad uno dei qualsiasi episodi della serie, non potrà non notare con quanta cura la città di Silent Hill sia stata riprodotta, l’atmosfera di perenne inquietudine è riprodotta molto bene, e quello che in origine (qui si risale al primo episodio della serie videoludica del ‘99) era una necessità per mascherare gli inevitabili errori grafici, è diventato il simbolo preminente dell’intera serie e anche del film, mi riferisco alla nebbia che aleggia senza mai diradarsi ovunque nella città.

Per quanto concerne in comparto sonoro, forse quello meglio realizzato dell’intero film, troviamo delle musiche eccezionali, moltissime delle quali prese dal gioco, che aumentano il carico emotivo dello spettatore. In conclusione questo è di sicuro un film che merita, almeno per gli appassionati del genere, anche se ovviamente di sicuro qualcuno potrebbe lamentarsi del fatto che sono state apportate diverse modifiche dal gioco, ma ritengo che dovesse essere necessario perché le trame dei giochi sono studiate a livelli, a crocevia, mentre una sceneggiatura cinematografica deve essere scorrevole, dettagliata, seguire una “consecutio temporum”, quindi qualche modifica era doverosa.

Certo la trama del film non è delle più scorrevoli: occorre stare molto attenti, se non si vuole rischiare di arrivare a fine film e non capire il motivo delle azioni dei protagonisti.

In fine per i più curiosi, volevo solo dire che la città di Silent Hill non esiste nella realtà, però esiste una città a cui è ispirata, ovvero la città di Centralia, in Columbia, nella quale una miniera di carbone prese realmente fuoco nel 1962, e brucia tutt’oggi, per questo è divenuta una città fantasma; proprio come accade nella Silent Hill del film come avrete modo di vedere, se vorrete guardare anche voi questo flm horror , che qualcuno ha definito al miglior trasposizione cinematografica da un videogioco dai tempi di “Tron”.


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