Due settimane di attività avanzata per la lotta anti-sommergibile organizzata dai Paesi del patto Atlantico. Tra i punti logistici, oltre alla base nel territorio di Lentini nei pressi di Catania, anche quella di Augusta in provincia di Siracusa. Impegnati aerei, unità navali e sommergibili che si sono spinti fino a Malta
Sigonella: conclusa esercitazione della Nato Interessata la Sicilia orientale e il mar Ionio
Due settimane di esercitazioni nelle quali sono state impegnati aerei, unità navali e sommergibili di otto differenti nazionalità. Si tratta della Dynamic Manta 2016, attività avanzata per la lotta anti-sommergibile organizzata dalla Nato. L’obiettivo, spiegano dal 41° Stormo Antisom di Sigonella, è stato «addestrare e mantenere un’elevata capacità nel pianificare, coordinare e condurre operazioni complesse in scenari di superficie e subacqueo». L’aeronautica militare ha fornito sia supporto tecnico dalle sale operative – autorizzazioni al volo, assistenza meteo e controllo del traffico aereo – che logistico attraverso il parcheggio velivoli e il trasporto di personale.
Impegnati, oltre all’Italia, anche Usa, Francia, Regno Unito, Turchia, Spagna, Grecia e Germania. L’area coperta dall’esercitazione, che ha avuto come punti logistici le basi di Sigonella e Augusta, ha compreso la parte est della Sicilia, interessando il mar Ionio ed estendendosi a sud fino a Malta.
La base di Sigonella è tornata nelle ultime settimane al centro dell’attenzione. Dopo l’intesa che sarebbe stata raggiunta tra il presidente americano Barack Omaba e il primo ministro italiano Matteo Renzi per l’invio di droni destinati a fronteggiare il sedicente Islamic State in Libia. Il cuore del possibile scenario di guerra potrebbe essere proprio il Mediterraneo.
A giungere alle falde dell’Etna saranno gli aerei a pilotaggio remoto Predator e Reaper, che possono essere equipaggiati con armamenti. La struttura nel territorio di Lentini ospita già in maniera stanziale alcuni Global Hawk, velivoli non armati a pilotaggio remoto, dell’aviazione Usa. Altri cinque sono stati acquistati nell’ambito del nuovo ente della Nato denominato Ags (Alliance ground surveillance), che diverrà operativo entro il 2017. Predator e Reaper sono passati dagli hangar della base etnea nel 2011. Anno in cui risale l’ultimo impiego della struttura nell’ambito di un conflitto, in occasione dell’intervento militare proprio in Libia.