Sicilia prima regione per investimenti nel piano di sviluppo della rete elettrica: progetti Terna da 3,5 miliardi

Lo sviluppo della rete elettrica italiana sembra passare dalla Sicilia. L’Isola è infatti la prima regione per investimenti: 3,5 miliardi di euro su un totale di 23 miliardi a livello nazionale, secondo il piano di sviluppo 2025 diffuso da Terna, la società che gestisce le reti elettriche italiane. La stima – che registra un aumento del dieci per cento rispetto al precedente piano – riguarda progetti per coprono i prossimi dieci anni, mirati a «favorire l’integrazione delle fonti rinnovabili e a incrementare la capacità di trasporto della rete». Azioni necessarie a rispondere all’esigenze del piano nazionale per l’energia e il clima – in cui ricorre spesso la Sicilia – e di riduzione delle emissioni fissate dall’Unione europea, con una prima scadenza al 2030. Tra gli obiettivi di Terna, anche «garantire la stabilità e la sicurezza della rete elettrica», due temi sensibili sull’Isola.

I collegamenti tra la Sicilia, l’Italia e l’estero

Due linee elettriche sottomarine in corrente continua a 500 kv, per un totale di 970 km di cavo: l’Isola sarà il punto di snodo del Tyrrhenian Link, collegandosi a est con la Campania e a ovest con la Sardegna. Da un lato, dall’approdo di Fiumetorto, nel comune di Termini Imerese, nel Palermitano, fino a Torre Tuscia Magazzeno, a Battipaglia, in provincia di Salerno. Dall’altro, sempre dall’approdo di Fiumetorto fino a quello di Terra Mala, nell’area metropolitana di Cagliari. I lavori per la posa del cavo sottomarino del ramo est in Sicilia – per la prima volta a 2150 metri di profondità – sono iniziati nei primi mesi del 2025. E dalla Sicilia passerà anche il collegamento Elmed, autorizzato a maggio 2024 e finanziato con 300 milioni di euro: la prima interconnessione elettrica in corrente continua tra Europa e Africa, con un cavo sottomarino di circa 200 km fino alla Tunisia. Al momento la tratta con lo scambio energetico più basso d’Italia, ma che mira proprio ad aumentare e diversificare le fonti di approvvigionamento nazionali. Tema diventato centrale dopo lo scoppio della guerra in Ucraina e le tensioni con la Russia. A toccare ancora una volta la Sicilia, sarà infine l’elettrodotto Bolano-Annunziata: sempre un cavo sottomarino, da 380 kv, che collegherà l’Isola alla Calabria. Obiettivo: incrementare la capacità di interconnessione con il continente, «migliorando la magliatura della rete e a beneficio dello sviluppo e dell’integrazione delle fonti rinnovabili previsto nel Sud Italia».

I progetti interni all’Isola

Ad attraversare, invece, 24 Comuni siciliani sarà l’elettrodotto Chiaramonte Gulfi – Ciminna, il primo collegamento ad altissima tensione nella parte occidentale dell’Isola, per garantire gli scambi di energia tra diverse aree. Si tratta di una linea elettrica da 380 kV lunga 172 km, in sei province: Agrigento, Caltanissetta, Catania, Enna, Palermo e Ragusa. Rivolto alla Sicilia orientale è invece il progetto Paternò-Pantano-Priolo, tra Catania e Siracusa, che prevede anche la dismissione di 155 km di vecchie linee e circa 400 tralicci, liberando più di 300 ettari di terreno. Ormai vicino al cantiere è poi il collegamento Messina Riviera – Messina Nord, un elettrodotto in cavo interrato lungo circa 10 km che – spiegano da Terna – «contribuirà a ridurre il rischio di interruzioni di alimentazione causate da eventi climatici estremi». A completare, infine, la direttrice tra la Sicilia orientale e occidentale sarà l’elettrodotto Ciminna – Caracoli.


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