Sicilia, dossieraggio alla Regione?

NEL ‘CASO’ DELL’ASSESSORE MARIARITA SGARLATA CI SI DEVE CHIEDERE: PERCHE’ E’ STATO IL PRESIDENTE CROCETTA AD INTESTARSI LA DENUNCIA DELLA PISCINA? NON BASTAVA LA RELAZIONE DEI FUNZIONARI? IN OGNI CASO, DOBBIAMO NOTARE CHE, IN QUESTA GIUNTA, CI SONO SOLO DONNE D’ACCIAOI

di Paolo Luparello
presidente dell’Associazione “Perché no…qualcosa si muove” (www.perchenosicilia.org)

La giornata di ieri è stata caratterizzata da un tema tipicamente estivo … piscina sì, piscina no. Qualcuno ha pure voluto fare un esempio pratico e tutti si sono interessati alla piscina di un assessore regionale. Dall’esempio si è però trasceso e il presidente Rosario Crocetta si è trovato coinvolto in un ballon d’essai che però non ha avuto alcun effetto sulla tenuta del ‘granitico’ Governo da lui presieduto.

Dalla rassegna stampa di alcuni quotidiani online si apprende:

Sicilia, assessore con la piscina “abusiva”. Crocetta spedisce carte in Procura

In questo articolo il presidente è decisamente forcaiolo … c’è un invito alle dimissioni!

Per il governo un altro tuffo nella polemica

In quest’altro articolo il presidente corregge il tiro e assume toni più da garantista!

Il caso della piscina abusiva, il dossier che inguaia la Sgarlata: “Disattese tutte le norme”

In questo articolo possiamo leggere quelli che si possono considerare i capi d’accusa!

Siracusa, l’assessore Sgarlata e la piscina abusiva: “Notizie calunniose”

In questo articolo c’è la difesa dell’assessore Maria Rita Sgrlata e l’entrata in campo dei soliti poteri forti!

Se la relazione degli ispettori del dipartimento regionale dei Beni culturali è stata inviata alla Procura della Repubblica, ebbene, sarà quest’ultima a valutare la possibile presenza di un qualche reato e ad assumere le iniziative del caso.

Una cosa di questa vicenda mi lascia però perplesso.

Non è la prima volta, a leggere le cronache, che il presidente si presenta in una qualche Procura della Repubblica, sovente accompagnato da uno dei suoi assessori, per consegnare … non saprei come definirli … delle denunce, dei dossier, che riguardano fatti che afferiscono, come nel caso in ispecie, all’azione di uffici dell’Amministrazione regionale.

Mi domando: perché è il presidente a intestarsi queste denunce?

Se un funzionario della pubblica amministrazione viene a conoscenza di fatti penalmente rilevanti è tenuto a trasmettere gli atti alla Procura della Repubblica competente, così come se si imbatte in un danno erariale è tenuto alla denuncia alla Procura della Corte dei Conti.

Perché in questo caso sembra esserci stata la necessità del placet del presidente per trasmettere gli atti alla Procura della Repubblica di Palermo? Gli uffici competenti non erano in grado di stabilire autonomamente l’eventuale rilevanza penale dei risultati dell’atto ispettivo?

Non sarebbe stato più corretto che gli uffici dell’Amministrazione avessero fatto il proprio lavoro, decidendo quindi se i fatti accertati avevano una rilevanza penale, e una volta che la notizia fosse stata di dominio pubblico, il presidente avesse chiesto loro un rapporto informativo, sempre che questo fosse possibile su una vicenda per la quale è stato avviato un procedimento penale, per assumere le sue iniziative politiche?

Per esempio eventuale richiesta di dimissioni all’assessore coinvolto … naturalmente per consentirgli di meglio potersi difendere.

Ma di questi tempi le domande sembrano essere destinate a rimanere senza risposta … nulla di nuovo sotto il sole anche in tempo di rivoluzione!

Un’ultima considerazione.

Alcuni assessori del Governo Crocetta non è chiaro ai più in base a quale criterio siano stati selezionati, ma è certo che gli si deve riconoscere che hanno una tempra d’acciaio. Nonostante gli attacchi di cui sono fatti bersaglio, che annichilirebbero un comune cittadino, loro riescono ad andare avanti e neanche per un attimo sembrano sfiorati dall’idea di gettare la spugna … pur non essendo “costretti” nemmeno dal proprio elettorato che lì li ha voluti … trattandosi di tecnici non eletti dai siciliani.

In particolare, l’assessore Sgarlata ha dimostrato in questa vicenda di essere talmente attrezzata caratterialmente che anche di fronte a una pesante presa di posizione del presidente (invio delle carte alla Procura) ha mantenuto il sangue freddo ed è rimasta al suo posto.

E di lì a poco il presidente ha smorzato i toni: attorno al presidente soltanto donne d’acciaio!


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