«Sicilia da evitare, la mafia soffoca la società» In un libro per studenti, per Cassazione è lecito

La Sicilia è una regione «da evitare perché la criminalità organizzata soffoca la società»; «la Sicilia è una regione autonoma con ampi poteri che riceve dallo Stato più di quanto produce», o ancora «la mafia impedisce di governare per il bene della collettività». Sono alcune delle frasi contenute in un libro di geografia destinato agli studenti delle scuole medie italiane. Secondo la Cassazione, che ha dato ragione alla casa editrice contro cui la Regione aveva fatto causa, questi contenuti rientrano nella libertà d’insegnamento e sono quindi legittimi. 

Era stato l’allora assessore ai Beni culturali della giunta Cuffaro, Fabio Granata, nel 2003, a rivolgersi alla magistratura per fermare la stampa del libro Geo Italia, della casa editrice Principato. Non solo. Granata inviò anche una circolare a tutte le scuole dell’isola per segnalare le frasi ritenute «offensive per l’identità storica e culturale». Il Tribunale di Milano in primo grado aveva dato ragione alla Regione Sicilia, condannando la casa editrice a un risarcimento di 50mila euro e vietando la ristampa del libro con i passaggi ritenuti offensivi. 

Era stato il genitore di un ragazzo di una scuola di Linguaglossa, nel Catanese, dove il testo era stato adottato, a segnalare i contenuti ritenuti discriminanti a un deputato nazionale siciliano. E la questione era finita perfino sul tavolo dell’allora ministra dell’Istruzione, Letizia Moratti. Adesso, tredici anni dopo, la Cassazione, confermando la sentenza di Appello, rovescia questa posizione, ritenendo possibile l’uso di «espressioni e giudizi generali perentoriamente negativi», se «con sufficiente richiamo ai contesti storici e alla cronaca anche recente». 


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