Foto di Regione Siciliana

La Sicilia tra crisi di governo e opposizioni sparse: è già campagna elettorale

La scia della conferma elettorale che il fronte progressista ha ottenuto in Puglia e Campania sembra avere dato all’opposizione regionale siciliana un nuovo viatico. A partire dalle parole del Dem Anthony Barbagallo, il quale ha dichiarato che «ogni giorno sempre di più matura la convinzione che è possibile scrivere una nuova storia e vincere». Non meno entusiasta il M5S che, nel congratularsi con Roberto Fico si augura che questo risultato possa essere «di buon viatico anche per la Sicilia, che presto sarà chiamata alle urne con la speranza di mettere finalmente la parola fine ad anni di malgoverno del centrodestra». Parole che arrivano proprio in questo momento di massima crisi del governo di Renato Schifani. Con la sua giunta travolta dalle ultime inchieste giudiziarie e su cui pende la spada di Damocle dei franchi tiratori.

Lo stato di salute dell’opposizione in Sicilia

Ma, se nel centrodestra si respira aria di crisi, nel fronte delle opposizioni non si respira quell’aria di compattezza e uniformità di vedute che sembrano voler far intendere ai propri potenziali elettori. Parliamo delle necessarie primarie per la determinazione di chi dovrà sedere sullo scranno di Schifani. Sì perché di questo si tratta, oltre che di voti. Controcorrente, per volontà del suo leader Ismaele La Vardera, sembra imboccare la strada che porta a un tavolo di concertazione con una situazione che assomiglia sempre meno a un do ut des. In una delle sue ultime dirette sui social La Vardera ha chiamato a sé i colonnelli, invocato l’iscrizione e annunciato un meeting a porte chiuse in cui presenterà la sua linea, autoproponendosi come governatore dell’isola. Ci sanno, inoltre, da superare le divisioni interne al Pd e le contrapposizioni che esistono tra i tre gruppi sul metodo di scelta del candidato.

Crisi del governo in Sicilia? Il centrodestra stringe i ranghi

Il centrodestra sta stringendo i ranghi. Se da un lato i voti, e i veti incrociati, fino ad ora hanno riguardato esclusivamente poche ed essenziali battaglie, ora lo scontro potrebbe allargarsi a macchia d’olio. Mettendo in rischio il voto della legge di stabilità. E creando un possibile fronte interno disposto a firmare la mozione di sfiducia. Presentata ieri e che dovrebbe approdare in aula la prossima settimana, addirittura in una prossima seduta straordinaria prevista per il 2 dicembre.

La ritrovata unità del centrodestra, come dimostrato dalle dichiarazioni compatte e unitarie dei tre segretari regionali Marcello Caruso (FI), Nino Germanà (Lega) e Luca Sbardella (FdI) in risposta alle dichiarazioni di Giuseppe Conte di domenica scorsa, sembrano essere state l’ultimo raggio di sole prima della tempesta. Quella tempesta che porta a contare i voti per scegliere l’ombrello migliore per se stessi. La più agguerrita sembra essere la Lega, che sogna in Sicilia un voto analogo a quello del Veneto. La prima a lanciare il suo strale è stata Amalia Centofanti, che ha sollevato il caso dell’Asp di Messina.

Le tensioni al consiglio comunale di Palermo

Affondo anche dal deputato del Carroccio all’Ars Vincenzo Figuccia, che punta il dito sull’assessorato alla Salute. Guidato dalla tecnica in quota Forza Italia Daniela Faraoni, Figuccia rilancia sulla serrata dei laboratori d’analisi che stanno esaurendo i budget annuali. Ultima, ma non in termini d’importanza è stata Sabrina Figuccia. La sorella del deputato regionale nell’ultima seduta del consiglio comunale di Palermo ha chiesto le dimissioni del direttore generale della Rap Massimo Collesano e dell’assessore Pietro Alongi. Presa di posizione mal digerita dal gruppo di Forza Italia.

E non poteva mancare la voce del segretario regionale della Lega Nino Germanà che, in un’interrogazione parlamentare ha chiesto ai ministri dell’Ambiente, della Salute, delle Infrastrutture e del Sud di «accendere i riflettori sulle autorizzazioni riconosciute» dagli assessorati all’Energia, a trazione autonomista, e all’Ambiente, guidato da FdI, su un «impianto di trattamento dei rifiuti a Mili». A questo si somma anche quell’interrogazione del meloniano Francesco Ciancitto. Che ha chiesto l’intervento degli ispettori ministeriali per far luce sugli appalti di pulizie nelle strutture sanitarie regionali.

Come a dire a Schifani che non sono disponibili ad accettare compromessi. Ma la politica è compromesso. Lo dimostra proprio questa allegra comitiva che governa la Regione Siciliana. Tutti con tutti e, al contempo, contro tutti. Benvenuta campagna elettorale.


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