L'udienza è durata diverse ore e ha registrato anche l'accoglimento di alcune parti civili. Escluso il Coni, via libera al Comune di Acireale. Il passaggio più interessante si è registrato quando è stata data la parola ai legali dei 15 imputati, tra cui l'ex primo cittadino
Sibilla, per difesa Barbagallo intercettazioni illegittime L’accusa: «Ascolti? Autorizzati, non viviamo nella Ddr»
C’è stato spazio anche per le citazioni cinematografiche nell’udienza di oggi del processo nato dall’inchiesta Sibilla, sui molteplici casi di illeciti che sarebbero stati commessi all’interno del Comune di Acireale, e che, a febbraio dello scorso anno, portò all’arresto dell’allora primo cittadino Roberto Barbagallo. L’ex sindaco deve rispondere dell’accusa di induzione indebita, per avere, secondo la procura, intimidito tramite il vigile Nicolò Urso due ambulanti, con l’intento di creare le condizioni per procacciare voti al deputato regionale Nicola D’Agostino in vista delle Regionali 2017.
Stamattina, all’interno dell’aula che ospita la terza sezione penale, oltre a Barbagallo c’erano molti tra gli altri 14 indagati, alcuni dei quali coinvolti per fatti che sarebbero avvenuti nel centro messinese di Malvagna. Tra loro gli ormai ex dirigenti del Comune di Acireale, Giovanni Barbagallo e Salvatore Di Stefano, l’ingegnera e consulente del Coni, Anna Maria Sapienza, e poi ancora l’ex assessore allo Sport Giuseppe Sardo.
L’udienza, che si è conclusa dopo le 14 e ha registrato un’ora di camera di consiglio decisa dalla corte per decidere sulle questioni preliminari avanzate dalle difese, ha portato anche alla decisione sull’accoglimento delle parti civili. Accettato il Comune di Acireale, ammissione con riserva invece per la San Sebastiano srl, la società che gestisce il cimitero acese, mentre è stata rigettata l’istanza del Coni.
La parte più interessante si è registrata nella fase in cui le difese hanno ufficializzato l’elenco dei testi e dei documenti da produrre nel processo. Nello specifico, la difesa di Barbagallo ha posto una questione riguardante la legittimità delle intercettazioni che riguardano l’ex primo cittadino. Compresa quella in cui Barbagallo, parlando con Urso, fa accenno alla «cosa elettorale» che gli sarebbe servita e che per il pm Fabio Regolo si sarebbe concretizzata con la pressione fatta ai fratelli Principato (anche loro a giudizio). Per gli avvocati Enzo Mellia e Piero Continella, quelle registrazioni sarebbero da considerarsi inutilizzabili per insussistenza della gravità indiziaria che avrebbe dovuto legittimare l’autorizzazione ad ascoltare le conversazioni di Barbagallo, ma anche in virtù del pronunciamento con cui la Cassazione ha annullato l’ordinanza di custodia cautelare. Decisione di cui ancora oggi si attendono le motivazioni.
Sul punto la replica dell’accusa è stata netta. Il pubblico ministero, rivolgendosi alla giudice Rosa Alba Recupido, ha ricordato un confronto avvenuto durante l’udienza davanti al Riesame in cui la difesa di Barbagallo aveva paragonato le intercettazioni di Sibilla a quelle del film Le vite degli altri del regista Florian Henckel von Donnersmarck, opera che parla dello spionaggio nella Ddr tedesca, in piena Guerra fredda. Un parallelismo nuovamente rigettato dall’accusa che ha ricordato come tutte le intercettazioni siano state richieste e autorizzate da un giudice.
Per decidere sulla questione, la corte ha deciso di prendersi due settimane di tempo. Il pronunciamento è già stato fissato per il 24 gennaio. Superato questo passaggio il processo di primo grado entrerà nel vivo. Il programma già annunciato dalla giudice è serrato: si ripartirà il 14 marzo, per poi andare avanti l’11 aprile, il 23 maggio e il 27 giugno.