La decisione arriva per dirimere la questione sollevata dalla difesa dell'ex primo cittadino di Acireale, che deve rispondere dell'accusa di induzione indebita con l'obiettivo di favorire la campagna del deputato Nicola D'Agostino. Prossima udienza l'11 aprile
Sibilla, le intercettazioni di Barbagallo saranno agli atti Difesa ex sindaco aveva chiesto esclusione da processo
Roberto Barbagallo sarà giudicato tenendo conto delle conversazioni registrate dalla guardia di finanza. L’ufficialità è arrivata stamattina per bocca della giudice Rosa Alba Recupido, che ha sciolto le riserve in merito alla richiesta fatta dai legali dell’ex sindaco di Acireale, Enzo Mellia e Piero Continella, durante l’ultima udienza, due settimane fa. I due avvocati, al momento di rendere noti i documenti da produrre all’interno del processo, hanno sollevato la questione riguardante la legittimità di includere tra gli atti anche le trascrizioni dei dialoghi che vedono protagonista l’ex primo cittadino acese e che sono stati ascoltati dagli investigatori nel periodo delle indagini. Per i difensori, infatti, non ci sarebbero stati gli estremi per mettere sotto controllo il telefono di Barbagallo, in quanto sarebbero mancati i gravi indizi. Una tesi che si è basata anche sul pronunciamento con cui la Cassazione ha annullato l’ordinanza di custodia cautelare eseguita a febbraio 2018, quando Barbagallo è stato arrestato e portato in una cella del carcere di piazza Lanza.
Il politico che nel 2014 stravinse le elezioni cittadine come volto di Cambiamo Acireale, movimento legato al deputato regionale Nicola D’Agostino, deve rispondere di induzione indebita. Secondo l’accusa, rappresentata dal pm Fabio Regolo, l’allora sindaco spinse il vigile Nicolò Urso ad avvicinare due ambulanti – tutti imputati – per intimidirli e creare le condizioni affinché i commercianti cercassero Barbagallo, per chiedergli di intervenire. Un aiuto che sarebbe stato poi presentato dal primo cittadino come moneta di scambio per il sostegno alle Regionali dello stesso D’Agostino, alle prese con le ultime settimane di campagna elettorale per la riconferma – poi arrivata – all’Ars. L’esponente di Sicilia Futura, tuttavia, non è mai stato toccato dall’indagine.
Il processo Sibilla riguarda anche altri fatti. Alla sbarra ci sono pure gli ex dirigenti comunali, Giovanni Barbagallo e Salvatore Di Stefano, l’ex assessore allo Sport, Giuseppe Sardo, e poi ancora la consulente del Coni Anna Maria Sapienza, e il suo collaboratore Ferdinando Garilli, e poi ancora il geologo Alessio D’Urso, nonché Angelo La Spina e Salvatore Leonardi, figure entrambe legate alla società che gestisce il cimitero acese. Le accuse nei loro confronti riguardano, a vario titolo, presunti casi di corruzione e favoritismi ottenuti nell’ambito dell’affidamento di incarichi di progettazione.
Una diversità di episodi a cui gli avvocati di Barbagallo hanno fatto riferimento per sostenere la proposta di rinvio del trattamento della posizione in attesa delle motivazioni della Cassazione sull’annullamento dell’ordinanza del gip. Proposta rigettata dalla giudice, che questa mattina ha ribadito la linea di omogeneità, confermando che anche per l’ex sindaco potranno essere chiamate in causa le intercettazioni. Queste ultime adesso passeranno nelle mani di un perito che avrà il compito di ascoltarle e trascriverle, per poi metterle a disposizione delle parti. La prossima udienza è prevista l’11 aprile per l’esame dei periti e dei testi.