Che non si respiri una bella aria in Italia, tra minacce a magistrati come Antonio Ingroia, e nuove delicatissime indagini sugli anni delle stragi e sui rapporti Stato-mafia, lo confermano anche le parole di Giuseppe Linares, storico investigatore della provincia di Trapani che per anni è stato l’incubo della potente mafia della zona e sulle tracce di Matteo Messina Denaro.
La caccia al super boss, nei giorni scorsi è stata al centro della deposizione che Linares ha reso nell’aula del Tribunale di Marsala: “Siamo stati ad un passo dalla cattura di Matteo Messina Denaro ha detto l’ex capo della Squadra mobile. Ma qualcosa è andato storto. Cosa? Secondo quanto si legge sul sito www.antimafia2000.it, “forse già nel 2010 Matteo Messina Denaro poteva essere arrestato ma i vertici della Procura di Palermo e della Polizia nel marzo del 2010 decisero di fare scattare i fermi dei personaggi oggi sotto processo; se ai poliziotti di Trapani fosse stato concesso altro tempo, la cattura poteva esserci seguendo quei pizzini che a Matteo dovevano essere inviati, così era concordato, a partire dal successivo mese di maggio”.
Oggi Linares è dirigente della divisione anticrimine della Questura di Trapani. Un incarico che se da un lato è una promozione, dall’altro lo taglia fuori dal gruppo di investigatori che cercano di catturare Matteo Messina Denaro. Promoveatur ut amoveatur?
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