Nel campo sono ancora presenti 54 rom, che dovrebbero andare via volontariamente. Al momento sono state abbattute solo alcune abitazioni ma l'operazione verrà completata in tempi molto brevi. Guarda le foto
Inizia sgombero del campo nomadi alla Favorita Scoppia incendio di notte, salvata una famiglia
Stamattina è iniziato lo sgombero del campo nomadi della Favorita. Dopo l’ultimatum della Procura, hanno preso il via le operazioni per liberare l’area. In un primo momento saranno abbattute le baracche vuote, poi si procederà con le altre. Nel campo sono ancora presenti 54 nomadi, che dovrebbero andare via volontariamente. Al momento è tutto fermo, sono state smantellate solo alcune abitazioni, ma secondo quanto emerso finora, dovrebbe avere luogo in tempi molto brevi il definitivo abbattimento di tutte le baracche. Nella notte c’è stato un incendio in una delle case in lamiera. Tutto è avvenuto intorno all’una e mezza e i vigili del fuoco sono arrivati nel giro di mezz’ora. Salvati due anziani, i due figli, e il loro cane. Dell’abitazione dove hanno vissuto fino a ieri sera non resta che qualche lamiera bruciata.
«Siamo alla vigilia di un momento molto importante per la città di Palermo, finalmente dopo tanti, troppi, anni il campo nomadi della Favorita verrà sgomberato e tornerà dei cittadini palermitani», ha affermato il consigliere della Lega Igor Gelarda. E poi aggiunge: «Chiediamo anche la pulizia e la bonifica immediata del campo una volta terminate le operazioni. Allo stesso modo La Lega chiede un incontro con il governo regionale, visto che l’area dove insiste il campo nomadi è di proprietà regionale, per conoscere quale è il progetto per la sua riqualificazione».
Lo sgombero è in capo alla polizia municipale anche se sul tema della bonifica è probabile che verranno in seguito coinvolti anche i ranger forestali che si sono occupati finora della gestione del campo. Sono stati comunque informati dell’inizio dello smantellamento delle casette: «Un’iniziativa che andava presa molto tempo prima – afferma il ranger Giovanni Provinzano -. L’area comunque verrà recuperata perché diventi fruibile da tutti». Adesso ci si chiede però che fine faranno le famiglie che vivevano nel campo.