Secondo l’ultima stima del ministero degli Interni, sarebbero circa tremila e 800 le famiglie che a Catania hanno subito o sono vicine a uno sfratto. Una di queste è quella di Carmelo Finocchiaro, l’uomo che ha dovuto lasciare l’appartamento di via Sardegna in cui abitava con la moglie e tre figli perché dichiarato inagibile dai vigili del fuoco, dopo il crollo del soffitto. Per oltre una settimana ai cinque è stata messa a disposizione la camera di un b&b in via Etnea. «Quella di venerdì scorso era l’ultima notte pagata dal Comune di Catania, dopodiché saremmo finiti in mezzo a una strada», spiega l’uomo a MeridioNews. Che sabato mattina ha protestato in piazza Duomo davanti al Palazzo degli elefanti in attesa di essere ricevuto dal sindaco Enzo Bianco o dall’assessore ai Servizi sociali Angelo Villari.
È stato il componente della giunta a ricevere Finocchiaro. «Gli ho raccontato la storia della mia famiglia, i miei problemi di salute, il fatto che ho tre figli minorenni», afferma. «L’assessore ha prolungato di sette giorni la convenzione con il bed and breakfast e mi ha riferito che sta facendo di tutto per cercarmi un alloggio ma per questo ci vorrà almeno un mese e mezzo di tempo», continua Finocchiaro. Nel frattempo «mi ha consigliato di iniziare a cercarmi una casa e, se dovessi trovarla, il Comune metterebbe a mia disposizione un bonus di affitto da 250 euro al mese», aggiunge l’uomo. Che, però, denuncia: «È difficile che qualcuno mi dia in affitto un alloggio perché la mia famiglia vive con i 700 euro di pensione di invalidità dovuti al trapianto di cuore che ho subito qualche anno fa».
«Praticamente sono in mezzo a una strada pur essendo assegnatari di un alloggio popolare da tempo», dichiara la sua avvocata Nancy Leotta. «L’amministrazione comunale aspetta forse un atto estremo per dare il giusto ascolto e fornire un’adeguata soluzione alla famiglia di Carmelo Finocchiaro?», domanda. Nel frattempo l’uomo e i suoi cari sono tornati al b&b di via Etnea, dove vanno solo per dormire. «È una stanza dove stiamo in cinque senza potere nemmeno cucinare. Siamo grati anche se spendiamo tutti i pochi soldi che ci hanno prestato per comprare il cibo», dice rassegnato Finocchiaro. Che è in lista da quattro anni per l’assegnazione di una casa popolare. «I ritardi negli scorrimenti di graduatoria, in generale, dipendono soprattutto da situazioni di abusivismo e di illegalità», dichiara, interpellato da MeridioNews, l’assessore al ramo.
«L’amministrazione cerca di fronteggiare le emergenze abitative con soluzioni immediate, come nel caso del signor Finocchiaro, e di lavorare sul lungo termine», continua il politico. Che aggiunge: «Su quest’ultimo fronte puntiamo ai fondi europei Pon Metro». E, interrogato sulla proposta dell’amministrazione di qualche tempo fa di redigere una lista di proprietari di casa privati favorevoli ad accettare il bonus-casa comunale di 250 euro, Villari dice rassegnato: «Abbiamo pubblicato molti avvisi, non si è presentato nessuno». E la motivazione rientrerebbe nella «illegale preferenza di molti di loro di affittare in nero, senza regolare contratto di locazione».
«L’amministrazione dovrebbe organizzarsi come una grande famiglia, dando priorità a chi ha più bisogno ovvero chi non ha una casa», replica il vicepresidente della commissione Servizi sociali Sebastiano Anastasi. «Il buono-casa è una misura prevista dal governo centrale, lo stesso che taglia i fondi al welfare dei Comuni, ma è una procedura che difficilmente si sposa bene in una città meridionale dove ci sono troppi che affittano in maniera irregolare», aggiunge Anastasi. «Il Comune dovrebbe intervenire in un altro modo, mettendo a disposizione di associazioni come il Sunia (il sindacato degli inquilini, ndr) una parte del patrimonio immobiliare comunale così da restaurarlo e affidarlo a chi ne ha bisogno», conclude.
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