Sergio Amidei. Ritratto di uno scrittore di cinema

Regia: Ettore Scola. Soggetto e sceneggiatura: Silvia Scola. Fotografia: Stefano Colletta. Montaggio: Mauro Menicocci. Produzione: Luna Rossa Cinematografia/Istituto Luce. Origine: Italia 2005. Durata: 59’

 

Chi era Sergio Amidei? Cosa fece? Quali erano le sue caratteristiche umane ed artistiche? Quale fu la sua importanza all’interno della nascita della corrente neorealista? Quali innovazioni introdusse nel metodo della scrittura cinematografica? A tutte queste domande, in pratica, cerca di dare una risposta “Sergio Amidei. Ritratto di uno scrittore di cinema”, realizzato dal maestro Scola in collaborazione con la figlia Silvia che ne ha curato la stesura del soggetto e della sceneggiatura.

 

Scrittore di eccezionale spessore e uomo di grande cultura, Amidei fu autore dei testi di alcuni dei più grandi capolavori del neorealismo: da “Roma città aperta” a “Sciuscià” e “Paisà”, sino a “Le ragazze di Piazza di Spagna”. Ma il suo contributo non fu solo contenutistico nell’invenzione di una forma d’arte e di pensiero che raccontasse, in contrapposizione alla retorica del periodo fascista, la  poetica della realtà quotidiana così com’era, ma anche strutturale nella creazione di un metodo di scrittura cinematografica che potremmo definire “corale”: cioè nelle vicende narrate si alternavano varie situazioni e molteplici protagonisti che davano una profondità maggiore ed un più accurata visione d’insieme delle vicende e delle problematiche narrate.

 

Un ottimo documentario (di importanza quasi storiografica) basato su un gran numero di materiale di repertorio (non solo visivo ma anche sonoro) in cui colleghi e amici raccontano dell’importanza di Amidei all’interno del cinema nazionale ed internazionale. Anche lo stesso sceneggiatore è più volte presente in interviste di repertorio e proprio attraverso queste più chiaramente emerge la complessità di un personaggio non convenzionale ed assolutamente geniale, che maggiormente dovrebbe essere valorizzato in questo nostro Paese dalla vergognosa memoria corta.

A seguire il documentario di Scola abbiamo visto, mercoledì, lo spettacolo “Ecuba”, con la regia di Giuliana Berlinguer e l’interpretazione di Irene Papas. Inutile dilungarsi sul valore, a prescindere della grandezza del testo euripideo, di questa operazione, per il semplice fatto che consideriamo uno spettacolo teatrale ripreso in video la quint’essenza dell’ibridità. L’unica cosa che possiamo aggiungere e che la bravura di Irene Papas, al cinema, in teatro, come alla televisione, resta sempre immutata.

Fonte: www.nonsolocinema.com


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