Erede di un amministratore giudiziario usa soldi confiscati ai boss per costruire un oleificio

La polizia di Palermo ha sequestrato un conto corrente, con all’interno oltre 779mila euro, all’erede dell’amministratore giudiziario Ruggero Rizzuto morto a giugno del 2018. L’uomo avrebbe usato i fondi confiscati ai boss per costruire una cantina e un oleificio nei terreni di proprietà della famiglia dell’amministratore giudiziario in provincia di Agrigento. Le indagini dell’ufficio misure di prevenzione patrimoniali divisione anticrimine si sono concentrate sulla gestione di alcuni conti correnti confiscati, con provvedimento definitivo nel 2012, ai boss Rosario Gambino e Salvatore Inzerillo e per i quali l’amministratore giudiziario, a suo tempo nominato, non avrebbe depositato il rendiconto finale.

Nel corso delle indagini, inoltre, si è scoperto che dal 2005 al 2008, l’amministratore giudiziario stesso avrebbe prelevato dei soldi, senza essere autorizzato, dai conti correnti confiscati per un totale di 621.487 euro per poi finire iscritto nel registro degli indagati, con l’accusa di peculato continuato, archiviata per la morte dell’uomo. Sulla vicenda si è espresso il questore di Palermo Leopoldo Laricchia: «Nel caso specifico i 621.487 euro contenuti nei conti correnti sequestrati a Rosario Gambino e Salvatore Inzerillo nel 2012 erano stati prelevati dall’amministratore giudiziario per impiegarli nell’azienda agricola personale, poi venduta dagli eredi dopo la sua morte». Soldi che, invece, erano stati tolti all’organizzazione criminale e che sarebbero dovuti tornare alla collettività.


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