La Guardia di finanza ha messo i sigilli a beni, per 90 mila euro, di proprietà dell'ex sindaco di Aci Catena, oggi all'Ars, al suo vice Francesco Petralia e a un consigliere di Aci Sant'Antonio, Salvatore Sorbello. Questi ultimi avrebbero simulato, in concorso con Nicotra, rapporti di lavoro falsi o con retribuzioni gonfiate per ottenere i rimborsi dai Comuni
Sequestro per il deputato Pippo Nicotra Accusato di truffa insieme al suo ex vicesindaco
Giuseppe Nicotra (detto Pippo) siede tra i banchi dell’Ars a Palermo ma i guai per lui continuano ad arrivare dalla passata sindacatura nella sua città, Aci Catena. La Guardia di finanza ha sequestrato beni per 90mila euro a lui, al suo ex vicesindaco Francesco Salvatore Petralia e all’ex consigliere del comune di Aci Sant’Antonio Salvatore Sorbello. Tutti sono indagati per truffa aggravata ai danni dello Stato. In particolare Petralia e Sorbello avrebbero ottenuto indebiti rimborsi di contributi previdenziali dai rispettivi Comuni, attestando rapporti di lavoro inesistenti o con compensi gonfiati, in società riconducibili a Nicotra.
Il sequestro preventivo delle Fiamme gialle è scattato su disposizione del Gip dopo la richiesta della Procura delle Repubblica di Catania. All’epoca dei fatti contestati, Petralia era vicesindaco del comune di Aci Catena, mentre il primo cittadino era lo stesso Nicotra, oggi deputato regionale di Articolo 4. Secondo l’accusa, il primo avrebbe ricevuto indebiti rimborsi per un valore di 65mila euro, simulando un rapporto di lavoro in una società intestata a una familiare del sindaco. In particolare risultava direttore amministrativo di un esercizio commerciale. Lavoro che, secondo gli inquirenti, non avrebbe mai realmente svolto. Ma per cui il Comune continuava a pagargli oneri e permessi. La legge 30 del 2000 prevede infatti che sia l’ente pubblico a continuare a pagare il dipendente privato che si assenta dal lavoro per motivi istituzionali. A Petralia, inoltre, vengono contestati anche indebiti rimborsi – circa mille euro – per spese di missione per cui non è stata presentata nessuna documentazione giustificativa.
L’indagine sul rapporto tra Nicotra e il suo vicesindaco ha portato anche a fare luce su un altro caso simile, che coinvolge Salvatore Sorbello mentre era consigliere comunale ad Aci Sant’Antonio, tra il 2009 e il 2013. Anche in questo caso, Sorbello risultava dipendente di una società riconducibile a Nicotra. Un rapporto di lavoro stavolta reale, ma la retribuzione sarebbe stata aumentata fittiziamente. Ottenendo indebiti rimborsi maggiorati, per il valore di 25mila euro, per ore di permesso retribuito al fine di partecipare alle attività del Comune.
Il sequestro preventivo di oggi non è un caso isolato. La sindacatura di Nicotra ad Aci Catena, tra il 2008 e il 2012, è al centro di diverse indagini della magistratura. A maggio del 2014 la Procura ha chiesto il rinvio a giudizio dell’ex sindaco, accusato di truffa e falso per aver rinnovato nel 2010 il contratto a tempo determinato a tre figure che erano state assunte per gestire le pratiche post-terremoto e che invece avrebbero lavorato per l’ufficio tecnico. Il processo dovrebbe iniziare il prossimo giugno.
Successivamente è stata la Corte dei conti a porre l’attenzione su Nicotra, contestandogli un danno erariale da 60mila euro, perché, tra la fine del 2008 e la metà del 2011, l’allora primo cittadino nominò alcuni consulenti esterni che a vario titolo andarono a formare il suo staff personale. Secondo i giudici contabili gli incarichi sarebbero stati viziati da plurimi elementi di illegittimità e illiceità in quanto la legge prevede che la creazione di uno staff alle strette dipendenze di un sindaco possa avvenire soltanto per perseguire «le funzioni di indirizzo e di controllo attribuite dalla legge agli Organi di governo del Comune».