Nel mirino della guardia di finanza è finito Gaetano Debole, 36 anni. Legale rappresentante della società La Serenissima. Sotto la lente d'ingrandimento degli investigatori i periodi d'imposta compresi tra il 2014 e il 2018
Sequestro di beni per un imprenditore della vigilanza Fatture per operazioni inesistenti e omessi versamenti
Su delega della procura di Catania i militari della guardia di finanza del comando provinciale di Catania hanno dato esecuzione a un provvedimento finalizzato al sequestro per equivalente a 1,1 milioni di euro. Nel mirino degli investigatori disponibilità finanziarie e immobili di proprietà dell’imprenditore Gaetano Debole, 36 anni, socio e rappresentante legale della Serenissima vigilanza, società con sede a Catania e attiva nel settore dei servizi di vigilanza privata. Secondo l’accusa l’imprenditore è responsabile dei delitti di dichiarazione fraudolenta mediante fatture per operazioni inesistenti e di omesso versamento dell’imposta statale.
Il provvedimento giudiziario trae origine da un’approfondita attività di verifica fiscale condotta dal nucleo di polizia economico-finanziaria per i periodi di imposta dal 2014 fino al 2018, in ragione della quale «sono state constatate innumerevoli irregolarità e condotte penalmente rilevanti», si legge in un comunicato stampa. La società per l’anno d’imposta 2015 avrebbe eliminato un debito Iva mediante l’imputazione di un credito fittizio «producendo una dichiarazione mendace e omettendo di dichiarare l’imposta a debito per circa 400mila euro».
Nel corso del 2016, invece, Debole avrebbe inserito nella dichiarazione dei redditi elementi passivi fittizi per oltre 500mila euro tramite l’emissione di note di credito fasulle. Per il 2017 la società non avrebbe versato, entro i termini previsti, un’imposta sul valore aggiunto per oltre 600mila euro. Per effetto del provvedimento cautelare sono stati sottoposti a sequestro, oltre alle liquidità presenti nei conti correnti e alle altre disponibilità finanziare dell’indagato (tra le quali polizze vita per 50mila euro), quattro immobili nei Comuni di Catania e Centuripe per un valore di oltre 500mila euro e le quote di due società per un valore di 50mila euro.