Un patrimonio di 200mila euro. A tanto ammonta il valore dei beni sequestrati a Sebastiano Brunno, conosciuto con il diminutivo di ‘Neddu a crapa. Il boss è ritenuto dagli inquirenti prima del suo arresto, il reggente del clan mafioso siracusano dei Nardo. A finire nel mirino degli uomini del centro operativo catanese della direzione investigativa antimafia, sono stati un appartamento nel Comune di Carlentini dove attualmente dimorano la moglie e i figli del padrino, insieme a diversi veicoli.
La misura è scattata dopo il provvedimento emesso dal tribunale di Siracusa a seguito della proposta di applicazione della misura patrimoniale della procura di Catania guidata dal procuratore capo Giovanni Salvi.
Al momento del suo arresto, avvenuto nell’ottobre 2014 nella città di San Pawl nell’isola di Malta, Brunno era inserito nella lista dei 100 latitanti più pericolosi. Il suo centro operativo si sarebbe esteso principalmente nel triangolo che comprende i territori di Scordia, Lentini, Francofonte, Melilli e Augusta riuscendo a intavolare stretti rapporti con la famiglia mafiosa di Cosa nostra catanese dei Santapaola-Ercolano.
Brunno, quando viene fermato dagli agenti, esibisce, senza fortuna, anche una carta d’identità falsa intestata a un palermitano di 49 anni.
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