In piazza della Repubblica allestita una postazione da 50 posti letto per dare una mano ai clochard nei giorni del grande freddo. Soluzione provvisoria in attesa di quegli immobili che dovevano essere pronti a ottobre. L'assessore Giuseppe Lombardo fa il punto
Senzatetto, un tendone in centro per l’accoglienza Il dissesto ha rallentato utilizzo dei beni confiscati
A Catania, come era previsto, è arrivato il freddo. E l’amministrazione comunale ha reso noto il piano di accoglienza per i senzatetto con posti letto messi a disposizione da alcune realtà del volontariato locale, in aggiunta a quelli già normalmente previsti. Una misura che pare cozzare con quella prevista, invece, tramite il rinnovo dell’ordinanza anti clochard. Tre giorni prima della scadenza di quella emanata a luglio, infatti, il sindaco Salvo Pogliese ha rinnovato il «divieto di bivacco» in alcune aree centrali del capoluogo etneo. Fino ad allora, però, la misura aveva dimostrato solo la sua inapplicabilità prevedendo, per chiunque trasgredisca, una multa che va dai 50 ai 300 euro, raddoppiata in caso di recidiva.
Intanto, da questa sera in
piazza della Repubblica sarà allestita dalla Croce Rossa una grande tenda con una capienza di circa 50 posti disponibili, come si precisa in un comunicato, «per un periodo limitato alle eccezionali condizioni climatiche». Oltre a questo, durante una riunione del coordinamento del Presidio leggero (una task force di associazioni e volontari che si occupano del sociale) con l’assessore ai Servizi sociali Giuseppe Lombardo, altre realtà del territorio hanno dato disponibilità ad accogliere i clochard.
In particolare, il
Consorzio Sol.Co offre cinque posti letto (oltre ai sette normalmente previsti) per uomini nel dormitorio Il Faro in via Stazzone; otto in più (rispetto ai 17 già disponibili) sono quelli della Locanda del Samaritano nel dormitorio femminile di via Monte Vergine. L’associazione Accoglienza e Solidarietà collaborerà con la Croce Rossa per gli interventi di supporto all’attività di accoglienza presso la tenda di piazza della Repubblica. La Comunità Sant’Egidio ha assicurato la continuità dell’intervento di accoglienza nei locali di via Garibaldi. I volontari dell’unità di strada della Caritas, che portano ogni sera la cena ai senzatetto, negli ultimi giorni hanno cominciato a distribuire anche coperte e indumenti, soprattutto sciarpe e cappelli. L’organismo pastorale ha anche attivato il centro di accoglienza Erwin con dodici posti letto nella parrocchia del Santissimo crocifisso dei miracoli in via Pantano.
Soluzioni temporanee che servono a mettere al riparo i senzatetto solo nel periodo dell’abbassamento delle temperature. Pare ancora in sospeso, invece, il progetto – avviato dall’amministrazione dell’allora sindaco Enzo Bianco – di destinare all’emergenza abitativa (per un totale di circa 40 persone) i beni confiscati alle mafie e gestiti dal Comune. Il piano, dopo le polemiche sull’ordinanza antibivacco di cui era stata chiesta la revoca, era stato ripreso lo scorso luglio dal sindaco Pogliese durante un incontro a Palazzo degli elefanti con una cinquantina di componenti di associazioni di volontariato. «Sicuramente contiamo di fare entrare i senzatetto prima che inizi il freddo, presumibilmente entro il mese di ottobre», aveva detto ad agosto l’assessore ai Servizi sociali Giuseppe Lombardo, in occasione del primo mese dalla pubblicazione dell’ordinanza.
Il freddo adesso è già arrivato ma le porte di quegli alloggi sono rimaste ancora chiuse. «Dai sopralluoghi che abbiamo fatto, solo quattro di quegli immobili sono risultati effettivamente agibili», dichiara adesso a MeridioNews Lombardo. Si tratta di due immobili indipendenti e due grandi appartamenti che si trovano in stabili già abitati «di cui – puntualizza – non daremo gli indirizzi precisi per evitare atti vandalici e anche per tutelare la privacy delle persone che andranno a occuparli». Che i tempi sarebbero stati lunghi era già parso evidente a ottobre, quando dagli uffici tecnici era stato confermato che gli immobili erano ancora da ristrutturare, gli impianti tecnologici da rifare, gli infissi da sostituire e le pitture da rifinire. «Due sono quasi pronti, praticamente manca solo il contatore – assicura l’assessore – e in una decina di giorni potrebbero già essere fruibili, mentre per gli altri due ci vorrà un po’ di più. Il rallentamento – conclude – è stato dovuto anche al dissesto del Comune perché, per attrezzare gli immobili occorrevano delle somme (nell’ordine di migliaia di euro, ndr) che è difficile trovare in momenti in cui ci sono difficoltà a pagare gli stipendi».