Senza ‘maschera’ tra costumi, carri, musica e coriandoli

Specchio delle condizioni sociali, politiche e civili, rappresentazione sublime della trasgressività, connubio perfetto tra realtà e finzione, Il Carnevale Siciliano irrompe nella città di Adrano con tutta la sua carica espressiva. Tasche piene di coriandoli, scaletta infarcita di colorate annotazioni, domande istituzionali addolcite da qualche “chiacchiera” di ottimo gusto e tanta voglia di divertirsi facendo un buon lavoro.

 

L’inviata speciale si tuffa nell’allegria della festa carnascialesca cercando di seguire i ritmi degli oltre 2000 figuranti e animatori. Ad Adrano l’inizio dei festeggiamenti è previsto per il 23 febbraio ma lo staff che si occupa dell’organizzazione dell’evento è al lavoro già da molti mesi; mesi difficili per ovvi problemi tecnici ma al contempo pieni di speranze e di voglia di mettersi in gioco. La giornalista, durante l’allestimento dei carri, osserva all’interno dei tendoni la curiosa macchina dell’allegria che prende forma. Rimane lì, per ore, cerca di trascrivere su un foglio dettagli e sfumature da commentare durante la diretta, descrive la dovizia delle instancabili donne ricamatrici, la precisione degli uomini che allestiscono i carri, la pazienza di coreografi e costumisti, infine le urla o i silenzi felici dei bambini che con la fantasia ultimano prima degli altri le proprie creazioni.

 

Tutti sono ormai pronti a sfilare per le vie del centro storico. Sotto il Castello Normanno che fa da sfondo anche per questa esilarante edizione, il grande palco centrale situato a piazza Umberto, si apre alle migliaia di spettatori che dal vivo e dalle dirette televisive possono partecipare attivamente al Carnevale Siciliano. Ai lati della piazza due ampi spazi per i balli e le esibizioni dei musicisti e ancora 800 metri quadri per la Discoteca che ospiterà noti artisti della musica nazionale.

 

Dal 23 al 28 febbraio l’edizione 2006 del Carnevale adranita propone un calendario di sfilate e appuntamenti musicali tra i più importanti di tutta la Sicilia. Ultimi accorgimenti e si parte con la cronistoria dell’evento. I gruppi di figuranti  e i carri percorrono le strade principali seguendo un ordine ben preciso; c’è chi sale sul palco per esibirsi e chi invece continua energicamente a danzare tra la folla coinvolgendo il pubblico. L’inviato deve essere in grado di creare un ponte di comunicazione tra tutti i partecipanti, utilizza l’intervista per sentire i commenti ‘a caldo’ di chi osserva da dietro le transenne, deve riuscire a trasmettere le emozioni del luogo e del momento a chi da casa segue in tv la manifestazione.

 

Tra una manciata di coriandoli e stelle filanti vengono trattati tutti gli argomenti inerenti il Carnevale ma non solo, c’è infatti chi coglie il momento per far sentire la sua voce, chi saluta un parente lontano, chi esprime un desiderio pubblicamente, chi vuol condividere una gioia o fare qualche rivelazione. E’ un comunicare popolare che abbatte limiti di spazio e di tempo, un indossare una maschera di cartapesta che permette di recuperare un po’ di quella sana spontaneità perduta negli anni. Il mondo ludico prende così vita e rende vana ogni differenza legata all’età, al sesso e all’appartenenza sociale. Tutti sono cabarettisti, giullari, danzatori, cantanti, musicisti, attori di un unico e intramontabile teatro aperto purtroppo solo per sei giorni l’anno. Ma poco importa, nessuno osa lamentarsi, nessuno rinuncerebbe a questa breve ma intensa atmosfera in cui il sogno diviene realtà e che agli increduli lascia solo lo stupore.

 

Cos’è dunque il Carnevale? E’ una festa per bambini, per adulti che desiderano lasciarsi prendere dall’euforia o forse solo un termine rigorosamente associato al divieto ecclesiastico di consumare carne durante il periodo quaresimale? Qualsiasi significato si voglia attribuire al Carnevale, è importante ricordare come questo appuntamento abbia permesso di recuperare una parte rilevante delle nostre antiche  tradizioni popolari, che ai giorni nostri purtroppo, non hanno più la stessa forza e lo stesso fascino del passato: si pensi ad esempio  alla vecchia abitudine di raccontare indovinelli in dialetto, spesso apparentemente lascivi e ricchi di doppi sensi ma carichi di preziosi aneddoti educativi che i nonni raccontavano ai loro nipoti.

 

Il Carnevale, in quanto portatore di un enorme tradizione di usanze e valori dal carattere identitario, necessita di un forte sostegno e di una grande consapevolezza da parte del cittadino, affinché esso sia in grado di cogliere tali potenzialità che rappresentano l’unico modo per abbattere la sempre più diffusa omologazione culturale.


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