Sacrifici di esseri umani per esseri umani emergono dalle testimonianze degli operatori che lavoravano in quello che oggi per tutti si chiama "lager"
Sentenza senza processo. Parlano gli operatori del Cspa di Lampedusa: “Non era un lager!”
SACRIFICI DI ESSERI UMANI PER ESSERI UMANI EMERGONO DALLE TESTIMONIANZE DEGLI OPERATORI CHE LAVORAVANO IN QUELLO CHE OGGI PER TUTTI SI CHIAMA “LAGER”
di MAURO SEMINARA
Scrive uno degli operatori del centro di accoglienza di Lampedusa: “Non è giusto vanificare e screditare così il lavoro e l’impegno di anni e creare dei carnefici da un video di un minuto! Così come non è giusto condannare e punire senza accertarsi dei fatti solo per lavarsi la coscienza!”
Quando si accusa qualcuno di un crimine, gli si punta il dito addosso, prima di pronunciare la parola “colpevole” bisogna accertare i fatti. Bisogna concedergli un giusto processo che ne stabilisca la reale colpevolezza. Nel caso del “lager di Lampedusa” però questo giusto processo non è mai stato celebrato. Il Ministro degli Interni pare abbia deciso di rescindere il contratto della cooperativa “Lampedusa Accoglienza” ancora prima che sulla sua scrivania arrivasse il rapporto della Prefettura di Agrigento con annessa relazione dell’ente gestore incriminato. Si presume che la pressione a cui Angelino Alfano era sottoposto era alta, molto alta. Ma forse la pressione e lo stress non arrivavano dall’Europa, non era la minaccia di Cecilia Malmstrom il vero problema. Più plausibile la teoria secondo cui, a giudicar dai rumors di palazzo, la testa che qualcuno voleva far rotolare era proprio quella di Alfano. Così, a pagarne le spese, nel bel mezzo di una agonia politica da campagna elettorale palese ma non ufficiale, è la cooperativa che gestisce il centro di accoglienza di Lampedusa. La rottura si intuisce dai particolari.
La si percepisce dalla lunga assenza di un Prefetto ad Agrigento (la cui poltrona è rimasta vacante per un mese) malgrado la Provincia in questione non sia certo una delle più miti d’Italia, e alla fine l’arrivo di Diomede, uomo di fiducia di Alfano direttamente inviato da Roma. Un insieme di piccoli tratti che profilano una immagine dai contorni complessi. In tutto questo marasma però mancano comunque i testimoni. Caratteristica imprescindibile per un giusto processo. Ne abbiamo letto ed ascoltato qualcuno e, dopo averlo fatto, riteniamo che anche i lettori di LinkSicilia potrebbero trovare utile farlo per formulare una propria opinione.
C’è chi cita il direttore del centro, Federico Miragliotta:
“Se non fai una cosa che devi fare, quella è una vergogna. Ma noi diamo tutto quel che abbiamo.. siamo noi quelli a cui la tragedia viene sbattuta in faccia, siamo noi quelli che tentiamo di consolare migranti che hanno perso figli e genitori, abbiamo cercato di fare il nostro lavoro. Prima, durante e dopo.”
Qualcuno scrive sul suo profilo Facebook:
“Volevo dire la mia su quanto accaduto al centro qualche giorno fa!! Ho iniziato ha lavorare come operatrice al CSPA di Lampedusa nel 2007! I primi giorni di lavoro sono stati difficili e non vi dico quanto ho pianto a vedere quella gente che per disperazione aveva lasciato la propria terra nella speranza di una vita migliore! Il centro in quel periodo era integro ed era in grado di dare degna ospitalità a circa 1000 migranti. Tutte le procedure dal vestimento, alle cure sanitarie, alla ristorazione, al pernottamento erano adeguate. Purtroppo due incendi a distanza di anni hanno distrutto buona parte delle strutture adibite ad alloggi creando una drastica riduzione della capienza. Gli sbarchi comunque continuavano e il numero dei migranti saliva ed era difficile gestire un così grande numero ma grazie alla volontà di tutti tra operatori e personale medico e volontari delle varie associazioni si è cercato di dare massima assistenza con quello che si aveva a disposizione dando cmq precedenza a donne, bambini e malati! Non è mai stata usata violenza nè verbale nè fisica nei confronti degli ospiti del centro abbiamo spesso ricevuto ingiurie e altro da questa gente ma eravamo consapevoli che noi non eravamo colpevoli di niente se non di lavorare in una struttura che attendeva di essere ristrutturata da anni! Con ciò voglio dire che se responsabili ci sono non sono da cercare tra gli operatori ma questo la gente intelligente lo sa e agli altri che mi riferisco a coloro che non hanno mai alzato un dito per risolvere qualcosa, buoni solo a puntare il dito e fare polemica! Ecco se qualcuno deve vergognarsi questi non sono coloro che dentro quel centro hanno lavorato e vissuto i problemi insieme a quella povera gente!! Ho visto operatori portare dolci fatti in casa e donarli ai bambini del centro, altri capi d’abbigliamento o coperte, altri ancora prendere gruppi familiari e ospitarli a casa. Quindi concludo dicendo che, e penso di parlare per tutti i miei colleghi, non dobbiamo vergognarci di niente!!!!”
Infine pubblichiamo una lettera aperta, eloquente, di chi in quel “lager” vi ha lavorato e dipinge adesso un quadro chiaro sul caso:
“È passato qualche giorno dallo scandalo di Lampedusa e ora non riesco più a trattenermi dal dire la mia.
Ho avuto la straordinaria opportunità di lavorare in quel centro accoglienza quest’estate, venendo a contatto con storie e persone che hanno totalmente cambiato la mia visione del mondo.
Lavorare lì significa dare tutto se stesso per garantire assistenza a persone che hanno passato momenti terribili per scappare dal proprio paese per colpa di interessi altrui, che hanno perso tutto…la propria casa, la propria vita, i propri cari!
Ma lavorare nel centro accoglienza significa anche arrangiarsi e escogitare di tutto per assicurare assistenza con quel che si ha! Sì, perché va ricordato in che condizioni di abbandono è stato dimenticato dalle istituzioni…che oltre alla passerella dopo la tragedia del
primo naufragio (perché del secondo, avvenuto pochi giorni dopo, già non importava più niente a nessuno…i bei discorsi ipocriti e le visite di rito erano già stati fatti!) non hanno fatto seguire i fatti alle parole, così come succede da anni, durante i quali è stato chiesto di intervenire su una struttura pensata per 380 persone e che solo questa estate ne è arrivata ad ospitare 1300! È ovvio che in queste condizioni la struttura diventi fatiscente, che gli ospiti siano costretti a dormire all’aperto, e che non ci siano gli ambienti adeguati per determinate esigenze, come nel caso dei trattamenti per la scabbia.
La gogna mediatica a cui stanno sottoponendo chi ci lavora è vergognosa, così come sono vergognosi i giornalisti, e mai come ora mi rendo conto di quanto siano capaci fare sciacallaggio su situazioni come questa (beh no..in effetti me ne ero già accorta dopo il primo naufragio…!!!). Vanno in giro davvero come sciacalli a catturare storie e immagini senza alcun rispetto per gli ospiti, trattati come animali da zoo non da chi lavora al centro, bensì da loro, che usano storie e situazione tragiche per i loro sporchi interessi e che cercano di distorcere quanto più possibile le cose con dati e prove improbabili (che tanto nessuno può rettificare…perché quando una bomba viene fatta esplodere non si può tornare indietro) e con il solito modo melodrammatico di esasperare notizie già di per sé drammatiche che proprio non sopporto e che mi fa provare veramente ribrezzo!
Con questo non voglio dire che sia tutto inventato…le immagini in parte parlano da sé….ma purtroppo quelle immagini non possono mostrare cosa c’è veramente dietro!
Non possono far vedere con quanta umanità quegli operatori (che conosco personalmente e con cui ho avuto l’onore di collaborare) lavorino lì dentro.
Non possono far vedere che quello che sembra tirare senza rispetto indumenti agli ospiti è un ragazzo eccezionale che li conosce bene e che con loro ride, scherza, li rassicura e li rende felici con piccoli gesti.
Non possono far vedere il lavoro talvolta estenuante di chi ci lavora e lo fa col cuore.
Non possono far vedere la situazione che in quel momento stava vivendo il centro, con centinaia di persone sbarcate e con più di 100 casi (presunti e non) di scabbia.
Non possono far vedere il malcontento degli ospiti fatti rimanere lì settimane (se non mesi) quando dovrebbero starvi per il ”tempo strettamente necessario per stabilire l’identità e la legittimità della permanenza sul territorio o per disporne l’allontanamento”, che poi sfocia in gesti di denuncia come questo, che colpisce purtroppo le persone sbagliate.
Ripeto, le immagini di per sé sono orribili, ma purtroppo non dicono tutto…così come non lo fanno i giornalisti! Lo sbaglio c’è stato e probabilmente in quel momento l’emergenza ha preso il sopravvento..ma prima di giudicare e mettere alla gogna tutti quelli che hanno messo fatica e cuore in quel posto bisognerebbe conoscere la realtà del centro!
Ora tutti prendono le distanze e parlano di trattamento da campo di concentramento…ma stiamo scherzando? Di chi è la colpa se si è costretti a vivere e a lavorare in quelle condizioni? Di chi con quel che ha cerca di fare il possibile o di chi dall’alto delle proprie poltrone ignora le richieste di aiuto e sa solo dire e fare cose ipocrite quando si verificano tragedie come quelle di quest’estate o lavarsi le mani quando poi succedono fatti come questo?!? Sono loro a considerare questa povera gente degli animali, indegni di essere considerati e di essere ospitati e accolti in condizioni migliori!!! Stanno vilmente addossando tutte le responsabilità a chi mette l’anima in quel posto, solo per sottrarsi dalle proprie! È una vergogna!!!
Sono vicina a chi adesso è lì, a chi lavora da anni giorno e notte per assicurarsi che le cose vadano avanti al meglio (lo ribadisco, sempre con i mezzi a disposizione), a chi sta vedendo scivolare via anni di sacrifici e di duro lavoro!
E sono vicina a quella povera gente dimenticata da tutti, gli ultimi degli ultimi, ricordata solo per interessi mediatici e di profitto!!!
È uno schifo…”
La passerella di chi è ora pronto a condannare senza aver neanche ascoltato queste testimonianze che vi abbiamo offerto, e la passerella di chi è in cerca di facili consensi è comunque ancora in scena. Il primo arrivo previsto sull’isola, dopo il processo mediatico, è quello del nuovo segretario del Pd Matteo Renzi.