Sei arresti per truffa a 330 imprenditori Promettevano di annullare le cartelle Serit

Promettevano sgravi consistenti sulle cartelle esattoriali Serit. Un presunto sconto da tre milioni e mezzo di euro a 330 persone, con un guadagno per il gruppo da 700mila euro. A cui si aggiungono i profitti per la produzione di falsa documentazione per ottenere prestiti e mutui. Questa mattina sei persone – alcuni professionisti del settore finanziario, tutti residenti a Catania -, sono state arrestate e poste ai domiciliari dal comando provinciale della Guardia di finanza con le accuse, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata alla truffa, al falso e al millantato credito.

Tutto comincia quando alcuni imprenditori etnei denunciano la proposta delle due presunte menti del gruppo, Maurizio Affetta e Livio Sorrentino, di annullare le loro cartelle esattoriali Serit dopo il pagamento di una somma parecchio inferiore al dovuto. Circa il 30-40 per cento in meno di quello richiesto dalla società di riscossione. Un’idea che non convince i due imprenditori e che dà inizio alle indagini, anche con intercettazioni e riprese video dei sei indagati. Un gruppo organizzato, ognuno con il suo ruolo specifico, che agiva come una vera società nel settore dell’intermediazione e della prestazione di servizi.

L’annullamento delle cartelle esattoriali, secondo la proposta dei truffatori, sarebbe avvenuto grazie a inesistenti leggi e regolamenti, sempre di recente introduzione. Ma anche grazie alle millantate conoscenze del gruppo con funzionari e dipendenti Serit. A individuare le vittime sarebbero stati Affetta – dipendente di un ente di formazione – e Sorrentino – promotore finanziario – che contattavano i debitori e formulavano la proposta nei loro uffici – veri – di via Teramo, 21. Non appena ricevuta l’adesione, secondo gli investigatori subentravano il promotore finanziario Andrea Fischetti e Corrado Santonocito, disoccupato, con il compito di verificare le posizione debitorie dei clienti e commissionare la falsificazione dei documenti. Ultimo passaggio, di cui si occupavano il grafico pubblicitario Fabrizio Pappalardo e il dipendente di un ente di formazione Antonio Zullo. Le finte attestazioni di pagamento alla Serit veniva chiamate in codice triglia o sogliola.

Le vittime, ricevuta tutta la documentazione necessaria, credevano così di essere in regola con le contribuzioni. Quando la Serit si rifaceva viva per ottenere il credito vantato, i truffatori spiegavano la situazione con dei malfunzionamenti del sistema informatico della società di riscossione. In realtà i clienti truffati si trovano adesso a dover corrispondere a Serit una cifra ancora più alta di quella iniziale, frutto di ulteriori interessi.

Riceviamo richiesta di diritto all’oblio per le posizioni di Livio Sorrentino (condannato, con pena espiata in via definitiva nel 2018) e Andrea Fischetti (non luogo a procedere per intervenuta prescrizione)


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