Da ieri, il liceo artistico Emilio Greco di via Mavilla è occupato dagli studenti. Le ragioni della protesta sono state riassunte in un documento di tre pagine. Il dossier rileva «gravi danni strutturali all’interno del plesso scolastico». A preoccupare i giovani è soprattutto la sicurezza dell’edificio. «Crepe, muri danneggiati dalle intemperie, infiltrazioni di acqua dal soffitto e mancanza di vetri alle finestre», secondo gli studenti, pretenderebbero una «tempestiva ristrutturazione, specialmente dei muri esterni e interni, delle grondaie e dei muretti del giardino e del tratto asfaltato interno alla struttura».
Ma le segnalazioni non finiscono qui. Attiene ancora alla sicurezza dell’istituto lo stato dell’impianto elettrico. Nelle varie aule dell’Emilio Greco ci sarebbero «prese di corrente sganciate dal loro alloggiamento e cavi elettrici allo scoperto». Una situazione tale da richiedere – a detta dei ragazzi – non soltanto una revisione dell’intero sistema, ma anche dei «controlli per verificare la presenza di luci efficienti». Nel caso siano inesistenti o irreparabili viene richiesta l’immediata sostituzione.
Un discorso a parte meritano gli ambienti esterni e la piccola pineta presente nel perimetro dell’istituto, che sarebbe infestata dalla processionaria del pino. Per la quale viene richiesta una disinfestazione. La palestra sarebbe priva di riscaldamenti, perciò viene proposta l’installazione di un termosifone. Gli attrezzi da ginnastica posti nella pineta, invece, sarebbero «pericolanti e con le parti in metallo colpite dalla ruggine».
La chiusa del documento assicura «una grande apertura al dialogo con qualunque membro del corpo docenti e delle forze dell’ordine» e l’impegno a condurre forme di protesta «il più possibile sicure e pacifiche», pur conservando «uno sguardo critico verso gli avvenimenti». La scelta degli studenti, tuttavia, non è piaciuta affatto al preside Antonio Massimino. «Dire che l’Emilio Greco è una delle scuole più “sgarrupate” di Catania – dichiara il docente a MeridioNews – be’, mi sembra ci siano gli estremi per una denuncia per diffamazione. La settimana scorsa avevo parlato con una rappresentante degli studenti – aggiunge Massimino – per allestire una grande manifestazione di protesta. Ma non per lamentare le condizioni strutturali, bensì per richiedere ancora una volta delle aule in più al plesso di San Giovanni La Punta. Poi – va avanti il preside – hanno dichiarato l’occupazione senza avvertirmi. Ma sono una sparuta minoranza, tra gli studenti».
Ma le condizioni dell’edificio sono quelle descritte nel report dei «ragazzi»? «Tre anni fa – ricorda Massimino – abbiamo speso 700mila euro con l’asse 2 del Pon, con i quali sono stati fatti di sana pianta l’impianto elettrico, il sistema di climatizzazione dei laboratori, la sostituzione di tutti gli infissi e un secondo ascensore per i disabili. La scuola – conclude il docente – non ha grandi pecche strutturali».
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