Scontro Orlando-Salvini, gaffe dell’ufficio stampa Orlando: «Si valutano provvedimenti disciplinari»

Questa volta l’oggetto del contendere non sono i migranti, ma una parola di troppo. E che parola, un suca postato su twitter da Fabio Citrano, membro dell’ufficio stampa del Comune di Palermo, scrive l’ennesimo capitolo dello scontro ormai a tutto campo tra il ministro dell’Interno Matteo Salvini e il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando. La battaglia nasce dalla volontà del primo cittadino di non dare esecuzione al decreto sicurezza che porta la firma dello stesso Salvini, guadagnandosi così la stima di molti sindaci che hanno seguito l’esempio, ma anche le ire del leader leghista.

Ovviamente il tweet non è passato inosservato al ministro, che ha subito replicato sui suoi social con tanto di screenshot e di foto del giornalista: «La professionale replica che ho ricevuto dal responsabile stampa del Comune di Palermo: “SUCA”! Capito? Un vero “lord”… Ma questi dove pensano di essere???». Pronta la replica di Citrano, che prima posta la sua personale spiegazione: «Si, è vero, perché al Comune di Palermo ognuno è libero di esprimere le proprie opinioni. All’ufficio stampa lavoro io e anche la collega Patrizia Biagi, militante della Lega, che nella pagina privata attacca il sindaco. Per fortuna i dipendenti pubblici possono ancora (fino a quando?) avere le proprie idee e manifestarle, purché questo non intacchi la professionalità del lavoro che svolgono per l’ente pubblico». Poi pubblica un articolo del Fatto quotidiano in cui si parla della tesi di laurea di una studentessa palermitana sulla parola suca e sulle sue mille sfaccettature e accezioni.

Spiegazioni che sembrano non essere sufficienti a trattenere la risposta di Orlando, in un momento così delicato di una battaglia combattuta non senza colpi bassi, con attacchi e dileggi via web. «Sono stato informato di uno scambio di post su Fb fra Matteo Salvini e uno dei giornalisti che compongono l’ufficio stampa del Comune – scrive il sindaco su Facebook – Ne ho subito dato comunicazione al Segretario generale del Comune perché valuti i provvedimenti disciplinari del caso».


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