Omicidio e occultamento di cadavere. Sono questi i reati, contro ignoti, ipotizzati nel nuovo fascicolo aperto dalla procura di Ragusa per la scomparsa di Daouda Diane. Il 37enne di origini ivoriane da tempo residente ad Acate, dove lavora come mediatore culturale per una cooperativa sociale che si occupa di accoglienza dei migranti. Di lui si è persa ogni traccia sabato 2 luglio dopo che l’uomo era andato a lavorare in un cantiere del cementificio Sgv Calcestruzzi Srl. «Da lì è andato via a mezzogiorno – ha assicurato a MeridioNews il titolare Gianmarco Longo ribadendo l’assoluta estraneità ai fatti – E per noi si occupava da pochi giorni e saltuariamente solo di fare dei lavori di pulizia». A 25 giorni di distanza è cambiata l’ipotesi investigativa della procura: Diane non sarebbe sparito volontariamente ma sarebbe stato ucciso e il suo cadavere sarebbe stato fatto scomparire. Nel cementificio alla periferia di Acate e in un terreno adiacente utilizzato da Sgv sono già stati effettuati dei rilievi dei Ris. «Il terreno è stato sequestrato per reati ambientali, ma su questo si è fatta molta confusione», dicono i legali. All’interno di quel cantiere, il 37enne ha girato due video – che ha inviato ai parenti – in cui denuncia le condizioni di lavoro.
A presentare la denuncia di scomparsa due giorni dopo, il lunedì, erano stati amici e colleghi dell’associazione Medintegra. Dalla casa dove vive con altri coinquilini non ha portato via nulla. Nemmeno il biglietto aereo acquistato tempo prima e che il 22 luglio lo avrebbe dovuto portare in Costa d’Avorio per passare le ferie insieme ai genitori, ai fratelli, alla moglie e al figlio di otto anni. Adesso, dopo tre settimane di ricerche che non hanno avuto nessun esito, sono loro a volere venire in Italia per seguire da vicino la vicenda. Per questo, la Federazione del Sociale Usb di Ragusa ha lanciato una raccolta fondi sulla piattaforma Gofundme. «La notizia del fascicolo aperto per il reato di omicidio e occultamento di cadavere è un elemento di novità importante – dice il responsabile provinciale di Usb Michele Mililli – Noi abbiamo sempre temuto che gli fosse successo qualcosa di grave. Era un uomo tranquillo, un grande lavoratore». Per i legali che assistono i proprietari del cementificio, «questa scelta della procura è un atto dovuto. Quest’uomo è scomparso misteriosamente e bisogna capire che cosa è successo. Ciò che non comprendiamo è l’accanimento mediatico nei confronti della Sgv, assolutamente ingiustificato».
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