Un presidio rumoroso davanti all’ingresso di Ikea a Catania. È così, come avevano già annunciato, che hanno deciso di scioperare i lavoratori e le lavoratrici per la giornata di sabato scorso. «Non possiamo accettare – sostengono i dipendenti, appoggiati dal sindacato UILTuCS – che nel nostro contratto ci siano condizioni peggiori rispetto a quello nazionale». […]
Lo sciopero dei lavoratori Ikea a Catania: «Non possiamo accettare condizioni peggiori del contratto nazionale»
Un presidio rumoroso davanti all’ingresso di Ikea a Catania. È così, come avevano già annunciato, che hanno deciso di scioperare i lavoratori e le lavoratrici per la giornata di sabato scorso. «Non possiamo accettare – sostengono i dipendenti, appoggiati dal sindacato UILTuCS – che nel nostro contratto ci siano condizioni peggiori rispetto a quello nazionale». Motivi che stanno portando i lavoratori dell’azienda svedese a scioperare in tutta Italia. «Partiamo dal presupposto che stiamo parlando di Ikea – spiegano i lavoratori – Un’azienda sempre in utile che ogni anno aumenta il proprio fatturato e che non conosce crisi».

Al centro del malcontento dei lavoratori c’è la trattativa per il rinnovo del contratto integrativo aziendale, che «va avanti da più di cinque anni, per precisa volontà aziendale di non rinnovare e risparmiare, ma si è interrotta perché abbiamo accettato delle deroghe in passato che non sono più ammissibili oggi e vogliamo che si torni nel perimetro del contratto nazionale». Tra i punti principali ci sono i 18 mesi per un passaggio di livello, mentre l’attuale contratto nazionale del lavoro ne prevede quattro. «L’azienda – sostengono i lavoratori – ha risparmiato e continua a risparmiare circa 3300 euro lordi all’anno per ogni dipendente. Chiediamo che questo impianto derogatorio venga abrogato e che parte di questi soldi vengano ridistribuiti alle lavoratrici e ai lavoratori».
A non essere più accettabili per i dipendenti di Ikea sono anche le discriminazioni salariali e di trattamento per i neo-assunti. «L’azienda non vuole trattare e lascia per due anni i nuovi dipendenti senza maggiorazioni festive e domenicali e senza premio di produzione. Nessuna disponibilità – aggiungono – a richiamare quanto previsto dal contratto nazionale sul lavoro festivo. Quando aprì a Catania, nel 2011, Ikea garantiva a tutte le lavoratrici e i lavoratori otto chiusure all’anno nei festivi, oggi sono scese a quattro: peggio di moltissime altre aziende e di molti centri commerciali della provincia», ricordano i lavoratori che sabato mattina hanno scioperato davanti all’ingresso di Ikea. «Vogliamo un accordo giusto – concludono i dipendenti – e che questa azienda torni a essere un’azienda migliore delle altre e soprattutto che riconosca il valore dei propri dipendenti».