Nel libro paga del comune di Sciacca (ente indebitato fino al collo), c’è anche l’avvocato Gaetano Armao. L’amministrativista ha presentato le sue parcelle per consulenza legale fornita negli anni scorsi. Importo già fatturato: 300 mila euro (centesimo più, centesimo meno). Un bel po’ di soldi dunque che, però, Armao potrà incassare solo come “debito fuori bilancio”. Già, perché il sindaco in carica dal 2004 al 2009,Mario Turturici (Pdl), gli aveva affidato alcune pratiche da seguire, rinviando tuttavia nel tempo il pagamento delle dovute spettanze. Col risultato che dovrà essere il Consiglio comunale a “certificare” il pagamento.
Per Armao probabilmente questo è solo un cavillo burocratico. Probabilmente ha ragione, anche se è per una raffica di situazioni similari che oggi il Comune di Sciacca ha sforato il patto di stabilità. Gli anni nel frattempo sono passati, e pure l’avvocato vorrebbe incassare. Certo, dall’alto del suo ruolo istituzionale di assessore regionale allEconomia, Armao non ha ancora fatto ricorso al decreto ingiuntivo. Magari lo farà in futuro, quando tornerà ad occuparsi esclusivamente di diritto amministrativo. In quel caso, nel caso in cui il Comune perdesse ancora del tempo, potrà adoperarsi per il pignoramento. Cosa che, d’altra parte, hanno già fatto numerosi altri creditori.
Gli ufficiali giudiziari si sono presentati più di una volta nelle stanze del sindaco Vito Bono, appropriandosi di alcuni quadri di valore, già finiti all’asta. Oggi sono stati quantificati in 7 milioni di euro i debiti fuori bilancio a carico del comune di Sciacca. Decisioni del giudice di pace per sinistri stradali, sentenze del tribunale per danni causati dall’inerzia del comune. E’ il caso di un megadebito da 725 mila euro già pagato in due tranches ad una ditta proprietaria di un immobile danneggiato nel 1991 dall’esondazione di un torrente mai messo in sicurezza. Un megadebito che ha scatenato un putiferio. Sì, perché il titolare della ditta in questione è il suocero dell’attuale sindaco. Qualcuno dall’opposizione ha avanzato il sospetto di un trattamento di favore. Il sindaco si è arrabbiato: “Se pensate di avere elementi contro di me andate pure in Procura, piuttosto che pescare nel torbido”. In Procura non c’è andato nessuno, perché il debito era dovuto, sulla base di una sentenza giudiziaria. E i debiti sono debiti. E, prima o poi, bisognerà rimetterli pure ad Armao. Magari in attesa di un nuovo incarico che qualcuno gli affiderà.
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