La vecchia guardia della Compagnia Zappalà è andata in scena con nuove coreografie, il 12 ed il 13 maggio. Tra creazioni fantasiose, si conclude la seconda parte del Fic fest, il focolaio d’infezione creativa, accompagnato da musica dal vivo. In scena Collettvo QBR - quei bravi ragazzi, Ilenia Romano e Gaetano Badalamenti
Scenario pubblico, «infezione creativa» riuscita Dalla danzatrice à la Tim Burton al marranzano
Riparte per il secondo e ultimo appuntamento il Fic fest, il festival di danza con cui il coreografo Roberto Zappalà ha dato spazio a un’inversione di ruoli creativa e contagiosa. A esibirsi per primo è il collettivo Quei bravi ragazzi di Alain El Sakhawi, Valeria Zampardi e Fernando Roldàn Ferrer. Si ispira al linguaggio del cinema trasferendolo nella danza. In scena La Citè des tiroirs, una sorta di ricerca dell’isola che non c’ è. Due ballerini: lui dorato e sgargiante, lei sembra disegnata dal regista Tim Burton. Tacchi, raramente visti sul palco; tutù nero, per ricordare che è sempre danza; pellicciotto rosso-nero, che sottolinea l’atmosfera. Una danza a tratti robotica, che coinvolge persino bocca e denti. Quasi a dire che la danza contemporanea più che riproporre passi ne crea di nuovi. Una dimensione psichedelica in cui, però, come spesso accade a Scenario pubblico, il marranzano rende protagonista e presente la sicilianità.
Ma per poter ammirare le linee e l’estetica della danza occorre aspettare la seconda performance e l’ingresso in scena di Ilenia Romano, nella doppia veste di coreografa ed esecutrice dell’assolo Agogica dell’accumulazione di atomi discordi. Un titolo complicatissimo per un’esibizione essenziale e di grande effetto. Romano stupisce danzando a terra per la prima parte dello spettacolo e rivelandosi capace di paralizzare parte dei propri arti per muoverne solo alcuni, di cui valorizza ancor di più la fisicità. Tutto in pieno stile Zappalà: minimalismo musicale e coreografico che lasciano spazio a linee e tecnica. Infatti, quando la danzatrice si alza in piedi e si esprime nella sua totalità, la danza letteralmente esplode. O per dirla come si farebbe al tavolo di un bar: non ce n’è per nessuno.
Il Fic fest si chiude con The fields of wonder di e con Gaetano Badalamenti. Protagonista stavolta è un volatile. Avvolto da un involucro si svela piano piano con la propria potenza. È l’essere vivente che per antonomasia vive in gruppo ma cerca anche un proprio spazio. I passi sono quelli dell’uccello, che gira, fluttua, saltella con la precarietà propria delle zampe. Fino a lasciarsi morire, lentamente. È l’ultima coreografia e ci si sente infettati: la contaminazione creativa è riuscita.