Nelle prossime ore a Porto Empedocle arriveranno altri 295 migranti provenienti dal Nord Africa: solo uno dei numerosi sbarchi di questi giorni. Per i quali le procure di Catania, Siracusa e Ragusa hanno operato, in queste ore, l'arresto di un totale di 10 persone. Fermati nel capoluogo etneo i presunti responsabili della tragedia di ieri, nella quale sono morte 12 donne 3 uomini e due bambini. A Pozzallo sei egiziani sono accusati anche di sequestro di persona
Sbarchi, individuati dieci presunti scafisti Arrestati tra Catania, Augusta e Pozzallo
Non si fermano gli sbarchi di migranti in Sicilia: nella notte la nave Vega della Marina militare ha soccorso nel Canale di Sicilia 295 persone, che arriveranno nelle prossime ore a Porto Empedocle. Dopo la tragedia del mare di ieri nel canale di Sicilia, nella quale sono morte 17 persone, le forze dell’ordine hanno disposto l’arresto di due persone, fermate a Catania. Quali responsabili degli altri sbarchi avvenuti in questi giorni due arresti sono stati operati ad Augusta, mentre sei uomini sono stati arrestati a Pozzallo.
Hamid Bouchab Haj Hammouda RadouanNel capoluogo etneo agenti della Squadra mobile, del Servizio centrale operativo e della Marina militare, su disposizione della procura della Repubblica di Catania, hanno fermato Haj Hammouda Radoun, tuinisino e Hamid Bouchab, marocchino, entrambi di 23 anni. Secondo gli inquirenti il primo avrebbe avuto mansioni di conducente, di unimbarcazione in legno di circa 25 metri su cui viaggiavano oltre 200 migranti, soccorsa la mattina del 12 maggio scorso, da un rimorchiatore battente bandiera della Repubblica di Vanuatu, mentre stava affondando. Oltre al reato di immigrazione clandestina, sarebbero quindi tra i responsabili della morte di 12 donne, 3 uomini e due bambini, le cui salme si trovano adesso nell’obitorio del cimitero di Catania.
A Pozzallo la questura di Ragusa ha invece operato l’arresto di sei uomini di cittadinanza egiziana: sarebbero i responsabili dello sbarco di 250 siriani, tra cui circa 50 minorenni, sbarcati ieri nel porto della cittadina all’estremo sud della Sicilia. Ai sei indagati, oltre al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, è contestato anche il sequestro di persona per avere obbligato numerose famiglie a stare chiusi nella stiva del peschereccio per 5 giorni prima di lasciare la Libia: «Partiremo soltanto quando saremo al completo», avrebbero intimato ai migranti già imbarcati, bloccandoli con la forza. L’imbarcazione,s econdo le teastimonianze rtaccolte, avrebbe rischiato di capovolgersi più volte. Secondo le stime della polizia di Stato, i sei avrebbero guadagnato 500mila euro per questo viaggio della speranza.
Due presunti scafisti sono stati infine fermati su disposizione della procura di Siracusa: sono eritrei, e fra i presunti responsabili dello sbarco di 391 migranti, arrivati ieri nel porto di Augusta dopo essere stati soccorsi dalla nave militare Sirio. Le indagini sono condotte dal Gruppo interforze contrasto all’immigrazione clandestina (Gicic).