di Punteruolo Franco
A Calamonaci, in provincia di Agrigento, in questi giorni si svolge la festa più importante e sentita dell’anno, quella del Patrono San Vincenzo Ferreri. Quest’anno la cosa che si evidenzia in modo particolare, in ogni evento facente parte della festa, è la gratitudine ossequiosa verso il Sindaco che viene ringraziato più dello stesso santo protettore; difatti, a giudicare da quante volte viene nominato, ringraziato e riverito, sembra che abbia concesso più grazie rispetto allo stesso Santo.
In verità la festa sembra essere stata fatta più attorno a “San Vincenzo Inga “che attorno a San Vincenzo Ferreri. Anche nel comitato festa non v’è più traccia di gente che non appartiene allo schieramento politico del Sindaco. Sembra che la politica abbia avuto la parte più importante nella festa e la realtà cruda è vedere una festa che appartiene a tutti divenire strumento politico di pochi.
E’ vero che viviamo il tempo dell’apparenza e non della sostanza ma sembra che a Calamonaci, ultimamente non ci si preoccupi nemmeno di salvare le apparenze…
E’ stato impressionante durante la Messa in onore del santo Patrono sentire un ringraziamento così particolare per l’impegno costante e per aver curato tutta l’organizzazione della festa a Vincenzo Inga, Sindaco di Calamonaci, per l’appunto.
E’ evidente che a Calamonaci non ci sia molto da fare se la massima autorità ha il tempo di curare l’organizzazione della festa al posto del comitato.
Ma in tutto questo, il parroco a che serve? Magari per il prossimo anno potremmo chiedere al Vescovo di autorizzare il Sindaco a celebrare la Santa Messa, tanto il nostro sindaco è un PASSe-PAR-TOUT !!!
Sarebbe buona norma che l’autorità più importante, quando si festeggia un Santo, fosse il parroco che ne dovrebbe curare gli aspetti religiosi perché il Sindaco, per quanto preparato, manca di un elemento essenziale: la consacrazione.
Il parroco del Paese, Don Mario Di Nolfo , evidentemente ha preferito evitare di creare dissidi e, come un buon padre di famiglia, nel segno di Cristo, ha umilmente fatto un passo indietro per lasciare il posto a chi ha voluto mettersi su un piedistallo che non gli appartiene, in attesa di momenti migliori che possano riportare la festa patronale a simbolo religioso per non essere più utilizzata come strumento politico utilitaristico.
Bisogna ritrovare il senso religioso delle feste perché lo spirito religioso non vada perso assieme al senso stesso delle feste. Si spera che quest’anno, a differenza dell’anno scorso, si renda pubblico il resoconto economico della festa. E giusto far sapere ai fedeli che fine fanno le offerte date al Santo affinché qualche “malalingua” non possa dire che qualcuno utilizza la festa patronale e le offerte per avere un guadagno personale.
Siamo sicuri che a Calamonaci queste cose non succedono e che chi cura la festa sarà così corretto da rendere pubblico il resoconto economico di entrate e uscite particolareggiate.
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