Pierpaolo Pulvirenti era deceduto nell'aprile di cinque anni fa mentre lavorava nella raffineria di Sarroch in provincia di Cagliari. L'unica a essere rinviata a giudizio è stata Adriana Apollonia Zappalà, amministratrice della Star Service, società specializzata nella manutenzione di impianti di desolforazione
Saras, i fratelli Moratti patteggiano la pena In raffineria morì nel 2011 operaio catanese
Si è chiuso con 12 patteggiamenti e un rinvio a giudizio il procedimento sulla morte di Pierpaolo Pulvirenti l’operaio di 23 anni di Catania, deceduto nell’aprile 2011 mentre lavorava alla Saras, nella raffineria di Sarroch in provincia di Cagliari. Dopo aver sentito le parti – come riporta l’agenzia di stampa Ansa – le diverse posizioni degli imputati sono state definite dal giudice per l’udienza preliminare Gianpaolo Casula. Le accuse a vario titolo erano quelle di omicidio e lesioni colpose oltre a violazioni delle norme di sicurezza sul lavoro.
L’incidente risale a cinque anni fa quando la vittima, dipendente della Star Services srl, società interinale specializzata nella manutenzione di impianti di desolforazione che lavorava in appalto nello stabilimento sardo, assieme a due colleghi, tra i quali l’altro siciliano Gabriele Serranò, stava ispezionando la colonna di un impianto della raffineria quando era stato investito da un getto di idrogeno solforato. Le sue condizioni erano da subito apparse disperate e la corsa in ospedale a Cagliari non era riuscita a scongiurare il peggio. Pulvirenti, studente del dipartimento di Farmacia dell’università di Catania, aveva un contratto di lavoro temporaneo di venti giorni. Aveva scelto di trasferirsi in Sardegna per raccogliere alcuni risparmi da spendere in estate.
Adriana Apollonia Zappalà, amministratrice unica della Star Service, non ha patteggiato ed è stata rinviata a giudizio con il processo fissato per il prossimo 13 luglio. Il presidente di Saras Gian Marco Moratti, l’amministratore delegato Massimo Moratti (ex presidente della squadra calcistica dell’Inter, ndr), il direttore generale Dario Scaffardi, allora direttore dello stabilimento di Sarroch, un dirigente e due tecnici della società hanno concordato con il pubblico ministero Emanuele Secci multe di diversa entità.
Hanno patteggiato la pena anche due ex dirigenti e un ex capoturno della società, un dirigente e il caposquadra della ditta appaltatrice per la quale lavoravano i tre operai coinvolti nell’incidente. Anche la Saras, chiamata come responsabile amministrativo, ha patteggiato il pagamento di una sanzione di circa 400mila euro.