L'esposizione è stata inaugurata il 5 febbraio alla Fon Art Gallery della fondazione Oelle al Four Points by Sheraton di Aci Castello. Domani in programma l'incontro con gli autori, il presidente del comitato e i rappresentanti delle candelore. Guarda le foto
Sant’Agata è in mostra tra archeologia e femminismo «Visione del culto che passa dal rapporto con le strade»
In occasione dell’ottava della festa, Sant’Agata
incontra la tradizione e l’arte ad Aci Castello alla Fon Art Gallery
della fondazione
Oelle Mediterraneo antico. Adorando Agata On the road è il titolo della mostra che è stata inaugurata lo scorso 5 febbraio. «Un progetto con un duplice codice narrativo che – spiegano dalla fondazione – comprende racconti paralleli verso una visione altra del culto agatino, mettendone l’accento sul rapporto tra Agata e le strade, tra Agata e i suoni di una città senza filtri». Domani venerdì 12 febbraio, a partire dalle 17, al Four Points by Sheraton di Aci Castello ci sarà l’incontro con gli autori della mostra, il presidente del comitato festa di
Sant’Agata e i rappresentanti di tutte le candelore.
Il
percorso espositivo
comprende un
documentario ideato dall’archeologo
Nicola Laneri
e le opere fotografiche degli
autori
Gabriele
Diego Bonsangue,
Annita Del Zoppo,
Carmelo Nicosia
e
Anna Tusa.
Il progetto
Adorando Agata On the road
si apre con il video-documentario Adorando Agata che «si propone
di investigare il ruolo svolto dalla donna nella spiritualità delle società antiche e, allo stesso tempo – spiegano dalla fondazione Oelle – attraverso il mescolamento delle immagini della festa di Sant’Agata e di oggetti archeologici legati alla
devozione di figure femminili classiche». Un documentario che mette a nudo
la devozione del popolo catanese che,
tra il 3 e il 5 febbraio,
si ferma per vestirsi di bianco e seguire
la donna catanese per eccellenza. Quella di Sant’Agata è «una festa dedicata a una donna che – come a Palermo per Santa Rosalia
e a Siracusa per Santa Lucia – trasforma quella dimensione maschilista tipica della società siciliana in
qualcosa di diverso: Agata diviene la madre di tutti i devoti».
Il percorso espositivo
continua
con un’inedita esposizione di
fotografia contemporanea. A partire dalla
sequenza fotografica di
Gabriele Diego Bonsangue
dal titolo Segni urbani di devozione,
ideata con
l’intento di mappare e documentare le edicole votive dedicate alla Santa Patrona del capoluogo etneo. «Un progetto che evidenzia la profonda relazione tra
fede, cultura popolare e città», spiegano. La foto di
Carmelo Nicosia Agata on the road «esalta il mix tra sacro e profano»: riproduce un murale, un
affresco contemporaneo
realizzato all’esterno del
muro di cinta della sede di Barriera dell’Accademia di
Belle Arti di Catania «assommando in sé
il volto pop penetrante e sorridente della Santa e i colori di Catania».
L’immagine di
Anna Tusa dal titolo L’incontro proietta lo spettatore nel cuore della festa con gli occhi di un
devoto. Quando avvolto dalla maestosa architettura barocca della Collegiata in un’atmosfera sospesa,
attende il
passaggio del fercolo della Santa che incontra la folla riunita per lei. Sotto una pioggia battente, la
processione avanza lentamente, tra preghiere, penitenza, folklore e canti di devozione.
Nella serie di scatti Cittadini di
Annita Del Zoppo, invece,
viene mostrata la ritualità preparatoria alla
festa: il devoto e la città tutta si vestono di bianco. Così inizia quel viaggio che porterà, attraverso le
personali manifestazioni di fede, a trainare il fercolo, a condurre in processione il proprio cero votivo o, semplicemente, a seguire silenziosamente la processione.
La foto Agata/Kali di un autore anonimo, ritrovata in un deposito di un’accademia d’arte, chiude il
percorso espositivo con la «sorprendente sovrapposizione delle due potenti icone femminili, in un ponte
simbolico tra la devozione popolare catanese e quella indù».
In ottemperanza alle norme per le misure di prevenzione della diffusione del contagio da Covid-19,
la galleria è visitabile solo su appuntamento.