«Siamo intenzionati ad andare avanti finché non lo troveremo». Giorgio Pezzino è il responsabile dei sommozzatori dei vigili del fuoco. È sulla banchina del porticciolo, assieme a familiari e amici dell'unico dei tre ragazzi non ancora rinvenuto. Guarda le foto
Santa Maria La Scala, continuano ricerche del 22enne La madre di Enrico Cordella rimane in attesa sul molo
Il rumore del mare, calmo, accompagna la mattina assolata di Santa Maria la Scala. È difficile immaginare questo borgo, che d’inverno diventa rifugio per chi è in cerca di pace a chilometro zero, teatro di una tragedia come quella accaduta due giorni fa. L’unico collegamento con ciò che è successo domenica pomeriggio si trova sul molo: i mezzi dei vigili del fuoco e dei carabinieri, l’ambulanza e poi, soprattutto, il folto gruppo di persone ancora in attesa. Sono i familiari e amici di Enrico Cordella, il 22enne il cui corpo non è stato ancora ritrovato dai sommozzatori che anche questa mattina sono tornati in acqua, mentre gli elicotteri di vigili del fuoco e guardia costiera si alternano in cielo. Ai margini del gruppo c’è la mamma di Enrico. La donna già ieri ha atteso fino alla fine notizie del figlio. A cercare di darle conforto sono i parenti: qualche chiacchiera, una carezza. Anche se a strapparle un sorriso è il nipotino. Pochi mesi e la ricerca del biberon.
Di Enrico per adesso però non c’è traccia. È lui l’unico a mancare al dolore dei familiari, dopo che ieri mattina sono stati ritrovati i corpi di Lorenzo D’Agata e Margherita Quattrocchi, la ragazza con cui Enrico stava da pochi mesi. A emergere invece è stato questa mattina il tettuccio della Fiat Panda – il resto è stato recuperato ieri pomeriggio – su cui i tre si trovavano nel momento in cui un’onda li ha travolti facendoli finire in mare.
«Questa mattina abbiamo bonificato l’intero porto e stiamo cercando al di là dei frangiflutti – dichiara a MeridioNews il responsabile dei sommozzatori Giorgio Pezzino -. Stiamo cercando anche lungo la scogliera. Difficile poter dire dove si trovi il corpo, ma noi siamo intenzionati ad andare avanti fino a che non lo troveremo». La speranza coltivata nelle ore successive all’allarme, quella di ritrovare in vita i ragazzi, sembra ormai tramontata. Adesso l’attesa dei parenti è quella di potere lasciare il molo e Santa Maria la Scala. Di uscire dalle cronache ed entrare nel dolore. «Non lo puoi bloccare, va vissuto», dice una giovane alla madre del 22enne.