Una pistola calibro 7.65 risultata rubata a Siracusa nel 2015, dieci confezioni contenenti, in totale, cento grammi di cocaina ancora da tagliare, bilancini di precisione e materiale da confezionamento. È quanto è stato rinvenuto nella casa di San Giorgio dell'uomo, presunto esponente di spicco del clan Cappello
San Giorgio, arrestati moglie e nipote di Mario Buda Armi e droga a casa dell’uomo che sconta ergastolo
Lui è all’ergastolo per omicidio e associazione mafiosa, nel carcere di Milano Opera. Sua moglie (54 anni) e suo nipote (19 anni) sono stati arrestati nella notte tra sabato e domenica dai carabinieri del nucleo radiomobile di Catania perché trovati in possesso di armi e droga. Sono i parenti di Mario Buda, ritenuto dagli inquirenti elemento di spicco del clan Cappello di Catania, a essere finiti sotto la lente d’ingrandimento delle forze dell’ordine catanesi. La donna e il ragazzo sono accusati di detenzione illegale di armi, detenzione finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti e ricettazione.
Secondo la ricostruzione delle forze dell’ordine, nella notte tra sabato e domenica i militari si sono presentati in un’abitazione di San Giorgio, in cui sono stati trovati e sequestrati una pistola marca Browning calibro 7.65 (completa di caricatore contenente sei cartucce e risultata rubata a Siracusa il 27 dicembre 2015), dieci confezioni contenenti cento grammi di cocaina, ancora da tagliare e dosare, due bilancini di precisione e del materiale che viene comunemente usato per il confezionamento delle sostanze stupefacenti.
Nel corso delle operazioni sono stati rinvenuti e sequestrati anche oggetti in oro che, scrivono gli investigatori, sarebbero «di probabile provenienza furtiva, che nei prossimi giorni saranno catalogati per l’eventuale restituzione ai legittimi proprietari». Le armi saranno sottoposte agli esami tecnico-balistici dal parte degli specialisti del Ris di Messina, che avranno il compito di stabilirne l’eventuale utilizzo. La moglie di Mario Buda e il nipote (da parte della donna) sono stati portati nel carcere di piazza Lanza.
Mario Buda, detenuto nel capoluogo lombardo, è cugino del boss Orazio Privitera, attualmente detenuto al 41 bis. Buda è inoltre fratello di Orazio, finito al centro delle cronache dopo che un’inchiesta di MeridioNews aveva svelato che si trattava del gestore, per conto della società Caffè Napoleon – che si era aggiudicata la gara -, dei parcheggi delle spiagge libere alla Playa di Catania. Mesi dopo, l’amministrazione comunale ha revocato l’appalto alla ditta.