Saline Priolo, prima nidificazione di tartarughe marine Biologa: «Inquinamento può condizionare la schiusa»

«Stavo semplicemente facendo una pescata notturna ed eccole spuntare di fronte al mio stupore… non ho potuto che indirizzarle verso il mare e chiamare le autorità competenti». Il giovane priolese Ivan Buono si è ritrovato ad assistere, la notte dell’11 agosto, a uno spettacolo insolito per il litorale della cittadina industriale siracusana: la sciusa della prima nidificazione di Tartaruga marina (Caretta caretta) nella spiaggia antistante la Riserva Naturale Saline di Priolo.

Notizia di cui gioiscono Lipu, Enpa e Wwf. Le associazioni, a cui è stata segnalato l’evento, hanno recintato la zona e seguito le giovani tartarughe nel loro primo e impegnativo viaggio verso il mare. «Nei prossimi giorni, i volontari delle tre associazioni vigileranno sul nido per garantire il successo della schiusa». Stanotte sono nate 19 tartarughe che sono state aiutate a conquistare il mare. Ma la schiusa proseguirà nei giorni successivi. «Scoprire nuove specie – ha detto Fabio Cilea, direttore della Riserva – per un territorio come quello di Priolo Gargallo, è sempre una grande emozione che dà, ancora una volta, una speranza di rinascita per questa terra». 

La Caretta caretta, l’unica specie nidificante certa delle coste italiane, depone le sue uova nella spiaggia, nei mesi da inizio giugno a fine agosto. Queste, si schiuderanno dopo circa 60 giorni e depongono approssimativamente un centinaio di uova. «La speranza – spiega Alessandro Grasso, commissario straordinario della sezione Enpa di Siracusa – è che l’animale, nei prossimi anni, possa ritornare a rendere speciale questa spiaggia».

La biologa marina Oleana Olga Prato, operatrice del Progetto Tartarughe e del Progetto Life Euroturtles, ha supervisionato l’evento. E sottolinea come «l’inquinamento ambientale della zona legato alle industrie potrebbe condizionare la riuscita della schiusa. La spiaggia – aggiunge – è idonea alla nidificazione per il tipo di sabbia, la pendenza e la larghezza. Ma eventuali metalli pesanti e idrocarburi potrebbero condizionare la schiusa o far nascere piccole tartarughe malate. Questo adesso non possiamo dirlo con certezza, ma controlleremo e faremo un bilancio quando tutte le uova si saranno aperte».


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