Primi interventi all'impianto sportivo di Librino, al centro di un piano di rammendo ideato dal senatore a vita. Oggi il sindaco, insieme agli altri soggetti coinvolti, ha effettuato un sopralluogo al campo liberato dalla squadra di rugby che da anni si occupa della sua riqualificazione. Previsti una cucina sociale, verde e piante pensili grazie a investimenti privati. Si cercano fondi per recuperare la palestra. Guarda le foto e il video
S.Teodoro, parte il progetto di Renzo Piano Bianco: «Affideremo l’impianto ai Briganti»
C’è un grande via vai nell’ultimo periodo al campo San Teodoro di Librino, l’impianto sportivo scelto dallo staff dell’architetto Renzo Piano per la sua opera di rammendo delle periferie. Il progetto sta proseguendo in tre grandi città italiane: Torino, Roma e Catania. Dopo il confronto con i residenti e con chi ha strappato dal degrado la struttura, a cominciare dalla squadra di rugby dei Briganti, si cominciano a vedere i primi risultati. Grazie a una striscia di asfalto, adesso il campo è più facilmente raggiungibile, senza il rischio di rimanere impantanati nel fango quando piove. Appena oltre il cancello, è stato realizzato un parcheggio per le auto, così come la strada che scende agli orti sociali, primo esempio a Catania, è stata asfaltata. Erano anni che i Briganti chiedevano questi servizi di base, nelle ultime settimane finalmente il Comune è intervenuto. Grazie anche alla sollecitazione dello staff di Piano: il sociologo Carlo Colloca, due giovani architetti, Roberta Pastore e Roberto Corbia, coordinati da un tutor d’eccezione come Mario Cucinella, architetto di fama nazionale e autore del progetto di riqualificazione del Corso Martiri della Libertà. «Il nostro ruolo lo abbiamo già svolto – spiega Cucinella – individuando questo posto come punto di partenza dell’opera di rammendo e facendo sedere attorno a un tavolo i soggetti coinvolti, adesso spetta al Comune e ai Briganti portare a compimento il progetto».
Stamattina tutti gli attori di questa storia si sono incontrati al campo San Teodoro per un sopralluogo e per discutere del futuro. In prima fila il sindaco Enzo Bianco, accompagnato da molti membri della sua giunta, ed è la prima volta di un primo cittadino in visita alla struttura liberata dai Briganti il 25 aprile del 2012. Al centro del confronto da un lato gli interventi da realizzare, dall’altro l’annosa questione dell’affidamento dell’impianto ai Briganti. Nonostante le continue richieste, formali e informali, la raccolta di migliaia di firme, un lavoro costante e prezioso con i bambini del quartiere, il riconoscimento del procuratore capo di Catania Giovanni Salvi, la squadra di rugby è ancora formalmente un ospite abusivo della struttura. «Vogliamo affidare a loro la gestione – annuncia il sindaco Bianco – so che se ne parla da tempo, ma non è più accettabile questa situazione di precarietà». Forse già domani la questione San Teodoro verrà portata all’ordine del giorno della giunta. I Briganti aspettano, scottati dalle promesse degli ultimi anni. Già a maggio del 2013, alla vigilia delle elezioni comunali, l’approdo in giunta sembrava cosa fatta, ma non andò a buon fine. Certo è che fino a quando i rugbisti non avranno certezze, sarà più complicato programmare il futuro, anche e soprattutto in termini di investimenti.
E bisogna fare in fretta visti i progetti che il pool di architetti di Renzo Piano vorrebbe realizzare. A cominciare dall’estensione degli orti sociali, anche a fini didattici per gli alunni della vicina scuola Brancati. L’obiettivo è proprio quello di annullare la distanza tra l’istituto e l’impianto sportivo, pochi metri che però sono stati finora raramente coperti da una reale collaborazione. La scuola non ha una palestra, il San Teodoro invece ne possiede una molto grande, ma che richiede importanti interventi di manutenzione, a causa dei vandalismi subiti negli anni. I Briganti fino ad ora hanno fatto il possibile, ma servono fondi. «E’ una struttura gigantesca ed è logico pensare che anche la scuola ne possa usufruire, il Comune farà la sua parte», afferma Bianco. Come ristrutturarla è ancora da vedere: l’amministrazione non ha le risorse necessarie, si ipotizza l’accesso a fondi regionali, ma non si conoscono ancora i tempi.
Grazie invece al contributo di alcuni privati – si parla dell’imprenditore Faro e della sua azienda di vivai e di Confindustria Catania – verranno realizzati piccoli interventi di manutenzione: la collinetta di creta che sorge appena sotto il parcheggio di ingresso dovrebbe essere coperta di verde, il muro che delimita la stradina che conduce agli orti sarà ricoperto di piante pensili, mentre poco più giù dovrebbe nascere una piccola cucina sociale, con barbecue e tettoia. Più complicata appare la copertura della parte superiore della gradinata che si affaccia sul campo. «Bisogna capire come farla e con quali materiali, perché non vorremmo che anche questa venga in poco tempo vandalizzata o rubata», spiega Stefano Curcuruto, presidente dei Briganti. Guardando all’intera zona, il pool coordinato da Cucinella pensa a una sorta di collegamento colorato che parta dalla scuola Brancati e arrivi fino al teatro di via Moncada e che abbia al centro proprio il campo San Teodoro. Resta però la difficoltà di reperire i fondi necessari.
«La vita in questi luoghi è più forte di ogni cosa – commenta Cucinella – lo dimostra l’azione dei Briganti, il lavoro di tanti uomini, donne e bambini di questo quartiere. Noi siamo stati solo sollecitatori di un dialogo. C’è tanto lavoro creativo da fare, lo spazio c’è, bisogna solo reinterpretare i bisogni della gente, noi ci stiamo provando con i nostri progetti».
[Video realizzato dall’ufficio stampa del Comune di Catania]