Rubavano i catalizzatori dalle automobili e non solo. I carabinieri della stazione di Riposto, in provincia di Catania, hanno notificato un’ordinanza di custodia cautelare a Emanuele Sebastiano Grasso, 38 anni, e Andrea Spadaro, 29 anni. Il primo dovrà rispondere di furto aggravato in concorso e deterioramento di beni culturali, mentre il secondo solo del primo reato. La banda avrebbe compiuto diverse scorribande tra Riposto e Fiumefreddo nei primi cinque mesi del 2023. Otto cittadini si sarebbero ritrovati senza i catalizzatori delle auto. Ma i due si sarebbero introdotti anche all’interno di un cantiere edile in corso Italia, dal quale avrebbero rubato una ingente quantità di materiali e attrezzature per la costruzione, sia in una officina meccanica del centro di Riposto, dove avrebbero razziato vari utensili da lavoro, un pc, sei catalizzatori per autovettura e la somma di 600 euro in contanti.
L’azione criminale più grave portato a termine, tenuto conto dell’alto valore simbolico dei beni sfregiati, è stata il saccheggio e il deturpamento, mediante l’asportazione, di 8 fregi e 3 bassorilievi in bronzo, del monumento ai caduti della prima guerra mondiale, nonché dell’opera scultorea dedicata al senatore Edoardo Pantano, entrambi all’interno della villa comunale a quest’ultimo intitolata nel territorio di Riposto. Tale gesto sarebbe stato commesso da Grasso, insieme a due complici non ancora identificati.
I carabinieri, avviata subito l’attività d’indagine mediante la visione delle immagini registrate dagli impianti di videosorveglianza presenti, sarebbero riusciti a cogliere elementi essenziali all’individuazione dell’autore del crimine, come l’abbigliamento utilizzato. Spadaro, insieme a un complice ancora ignoto, il 7 maggio si sarebbe introdotto nei locali della stazione ferroviaria circumetnea di Riposto, sfondandone una porta e, dopo aver forzato la biglietteria automatica, avrebbe asportato un centinaio di euro. Anche in questo caso, l’esame dei filmati delle telecamere si è rivelato determinante per l’identificazione del presunto ladro, già noto ai militari. Identificazione che peraltro sembra trovare conferma anche in un’impronta digitale rilevata sulla porta d’accesso distrutta nel corso dell’azione delittuosa. Le risultanze investigative hanno consentito alla procura di Catania di chiedere e ottenere l’emissione di due provvedimenti cautelari, notificati presso il carcere catanese di piazza Lanza ai due interessati, già detenuti per altra causa.
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