Rossana, 5 anni, sotto sfratto con la sua famiglia Assistenza straordinaria bloccata. Silenzio dal Comune

Rossana ha cinque anni, ma con la mano ti dice quattro, poi ride e apre anche il dito mignolo. Vive in un magazzino in un cortile alle spalle del teatro Massimo, con la sua mamma e altre otto persone, tutte a carico della nonna, Daniela, che di anni ne ha appena 42. Tante bocche da sfamare ma nessun lavoro per poterlo fare. Daniela è arrivata anni fa dalla Romania, questa ormai è la sua casa. Laggiù non ha più nessuno, i suoi genitori sono morti. Palermo è loro casa. In questi pochi metri quadrati di spazio (nella foto), vivono anche i suoi sei figli di cui tre minorenni, e altri tre ragazzi, due maschi che sono i fidanzati delle figlie e la fidanzatina del figlio. Per dormire si arrangiano, alcuni sul letto, due sul materasso, gli altri per terra, sulle coperte.

Nessuno di loro ha un lavoro e la prossima settimana dovranno andare via da lì. Il padrone di casa li sfratta, quel magazzino gli serve, vuol ristrutturalo e forse venderlo. Lo vuole libero, seppur sia stato con questa famiglia, dice Daniela, «una persona per bene».

«Avevo un lavoro – racconta a Meridionews Daniela – assistevo una persona che aveva una gamba rotta, poi è guarito e quindi il lavoro è finito e ho arretrati da pagare da settembre». La pagavano 15 euro al giorno, dalle otto del mattino alle otto di sera, ma non poteva permettersi di rifiutare. «Siamo quattro donne in casa e tutte senza lavoro, anche come badanti le cose adesso sono difficili. Non si trova nulla – continua -. Ci sono spese, le spese per la scuola, anche per la sola mensa che si paga anche se hai reddito zero». Sia a Daniela che alle sue figlie, purtroppo è capitato anche di dover subire l’umiliazione di sentire richieste di prestazioni sessuali oltre al normale lavoro di badante. Motivo per cui hanno rifiutato poi i lavori che avevano. Ha anche fatto la richiesta per il secondo bando del contributo alloggiativo, ma per i risultati dovrà attendere ancora chissà quanto.

Nino Rocca, con il comitato di Lotta per la casa 12 luglio, sta cercando di aiutare questa famiglia così come le altre in situazioni analoghe in città, ma senza alcun riscontro. «Non riusciamo a parlare con l’assessore alle Attività sociali del Comune (Agnese Ciulla, ndr) – dice – abbiamo inviato email ma nulla, non una risposta».

Il problema è enorme, qui si tratta di emergenza. Servono quei fondi per l’assistenza straordinaria che ancora rimangono bloccati e potrebbero invece aiutare molte persone. Si tratta di circa 425mila euro stanziati lo scorso 12 dicembre, ma la somma ancora non è disponibile perché manca l’avviso di informativa. Così si chiama il documento che, in pratica, indica alle circoscrizioni il modo in cui ripartire le somme. Senza quello non si può partire con la divisione.

«Noi abbiamo presentato anche delle proposte all’assessore. Questi fondi potrebbero essere usati per tre diverse eventualità: o per sistemare le 108 persone che vivono per strada tra cui donne e bambini che dormono in auto. E che sia chiaro non parliamo di barboni che hanno scelto uno stile di vita, ma di persone che non hanno nulla e sono costrette a vivere per strada. La mappa è stata fornita dagli angeli della notte ed è allarmante. Oppure potrebbero andare a chi è sotto sfratto. Abbiamo anche dato un’altra possibilità per sfruttare al meglio quelle somme, ovvero il sostegno per venti ragazze nigeriane, uscite dalla strada e assistite dall’associazione Pellegrino della terra. In mancanza di un capitolo per le vittime della tratta infatti si potrebbe sostenere queste giovani. Proposte inviate circa dieci giorni fa – ribadisce Rocca – ma dall’assessore solo il silenzio». E nell’attesa, si appella ai parroci e alle comunità religiose di Palermo in virtù dell’appello di papa Francesco: «Aprite le porte dei vostri conventi e delle vostre sacrestie ai senza casa».

Ieri pomeriggio presso l’aula Rostagno del Comune si è tenuto un incontro con alcuni consiglieri comunali. O meglio, con due di loro, Antonella Monastra e Alberto Mangano, oltre al presidente di quartiere Fabio Teresi. Si aspettava invece che a intervenire fosse una maggioranza dei consiglieri. «Non è andata come speravamo – continua Nino Rocca -. I consiglieri non si sono presentati se non un paio. Abbiamo deciso a questo punto di redigere un documento da sottoporre anche al consiglio in cui noi indiciamo per la fine di febbraio un’assemblea cittadina invitando il sindaco Orlando e l’assessore Ciulla, per chiedere risposte e garanzie a partire dalle proposte e promesse fatte nel consiglio straordinario sull’emergenza della scorsa estate e confrontarci sulla vicenda drammatica che sta vivendo Palermo. Se non avremo risposta, se anche il sindaco non risponderà, non potremo che trarre le nostre conseguenze. C’è qualcosa che non va – conclude – una forma di deresponsabilizzazione. E anche nella società civile c’è uno sfilacciamento, forse a causa anche di una dialettica democratica discutibile e debole. Intendiamo coinvolgere anche padre Scordato, da un punto di vista etico e morale».

E mentre l’amministrazione latita, mentre l’Ugea, l’unita di gestione emergenza abitativa, dopo il primo tavolo con le parti sociali ad agosto scorso non si è più riunito, mentre è calato il silenzio dopo il Consiglio straordinario convocato dal sindaco sul tema dell’emergenza abitativa in cui vennero fatte tante promesse, ci sono invece famiglie, uomini e donne che vivono per strada, senza un futuro; c’è Marius che ha 18 anni e che frequenta l’ITC Volta e ieri, nonostante la grandine, non ne ha voluto sapere di rimanere a casa, come forse la maggior parte dei ragazzi suoi coetanei avrebbe fatto. Lui a scuola è bravo e vuole andare, vuole imparare e sua madre Daniela si danna al sol pensiero che non possa più andare a scuola perché c’è bisogno di lavorare. 

E c’è Rossana con i suoi occhi grandi e neri, con quelle ciglia lunghe che ad ogni battito ti segnano il cuore. Rossana che ieri non è andata a scuola perché era un po’ influenzata, che vive in un magazzino senza finestre, illuminato solo da una lampadina gialla. Rossana, che nonostante tutto, sorride perché le regali un palloncino rosso.

Marta Genova

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