Rosolini, violenta una donna e prova a ucciderla Arrestato, parenti provano a farsi giustizia da soli

Avrebbe violentato una donna, quindi l’avrebbe presa a calci e pugni, provando a strangolarla, strappandole due collanine d’oro e minacciandola di morte. Con l’accusa di violenza sessuale, tentato omicidio, oltre che di evasione dai domiciliari, è stato arrestato a Rosolini Pietro Nolasco, 26 anni, con diversi precedenti di polizia. 

I fatti si sono registrati ieri, l’intervento dei carabinieri è arrivato intorno alle 18, a seguito della chiamata della donna al 112, in evidente stato di shock. Nel pomeriggio Nolasco avrebbe convinto la sua vittima, una donna di Rosolini che conosceva, ad andare con lui in campagna con la promessa di mostrarle «qualcosa di non meglio specificato», sottolineano i militari dell’Arma. Arrivati una zona isolata, però, l’uomo l’avrebbe minacciata di morte, costringendola con violenza a consumare un rapporto sessuale. Non pago di quanto fatto, Nolasco l’avrebbe poi colpita con con calci e pugni al volto e al corpo e le avrebbe strappato due collanine d’oro che aveva al collo, tentando infine di strangolarla. 

L’uomo l’avrebbe quindi costretta a risalire in macchina, dicendo di volerla portare in un altro posto per ucciderla. A quel punto la donna sarebbe riuscita a scappare dall’auto e chiamare il 112. Sul posto indicato dalla vittima sono giunti i carabinieri e un’ambulanza che ha trasferito la donna in ospedale, dove è stata ricoverata in prognosi riservata per ulteriori accertamenti: per lei, oltre agli evidenti segni sul corpo, un forte stato di shock. 

Nel frattempo i militari hanno rintracciato Nolasco che è stato portato in caserma, dichiarato in stato di arresto e trasferito nel carcere Cavadonna di Siracusa a disposizione dell’autorità giudiziaria. L’uomo era già agli arresti domiciliari dal 5 dicembre, quando aveva aggredito il titolare di un bar in una stazione di benzina sulla Statale 115 per farsi consegnare una birra e del denaro. I carabinieri hanno quindi dovuto faticare non poco per calmare i parenti della donna vittima di violenza che, saputo quanto successo, erano intenzionati a farsi giustizia da soli. 


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