LA NOTIZIA? IL GOVERNATORE, LUMIA E CONFINDUSTRIA SICILIA SI TENGONO TUTTE LE POLTRONE, DI GOVERNO E DI SOTTOGOVERNO. HANNO TROVATO GLI APPOGGI ‘GIUSTI’ PER PARARSI DAGLI ATTACCHI DELLA CGIL. IL TEATRINO ROSARIO DA GELA, LUMIA DA TERMINI E ANTONELLO IL NISSENO CONTINUA…
Slogan, slogan, slogan. Non emerge altro dalla conferenza stampa di oggi convocata a Palermo, dal presidente della Regione siciliana. Slogan sul dramma di Lampedusa. Slogan sulle città metropolitane. Slogan sui rapporti tra PD e Megafono. Non sa dire altro, Rosario Crocetta. Non può dire altro. Del resto, cosa dovrebbe dire?
Dovrebbe ammettere che lui, il senatore Giuseppe Lumia e la triade di Confindustria Sicilia hanno trovato le ‘coperture giuste’ per reggere la ‘botta’ delle denunce della Cgil siciliana? E, di conseguenza, si terranno tutte le poltrone, di governo e di sottogoverno?
Il governatore Crocetta, oggi, ha ritrovato la sua proverbiale arroganza e, contando sul fatto che a Sala d’Ercole non si troveranno mai 46 parlamentari che accetteranno di perdere 20 mila euro al mese per altri quattro anni, ha lanciato la sua sfida: “Pure il PD mi vuole sfiduciare? facciano pure”.
Della serie: i miei 89 colleghi non hanno certo la dignità per rinunciare alla ‘panella’ mensile di 20 mila euro al mese. Quindi io resto presidente della Regione per altri quattro anni di suvicchiaria…
… e loro, i parlamentari dell’Ars, dovranno pure approvarmi il bilancio, come tanti beccaccini. Insomma, fino a quando per mandare a casa me – ragiona svevianamente Crocetta – dovranno andare a casa anche loro, io il porco ce l’avrò sempre dentro…
E’ una sfida, quella che lancia Crocetta. Il Movimento 5 Stelle mi vuole sfiduciare? Nello Musumeci pure? Il PD anche? Tutti questi non hanno le palle per farlo!
Che gran politico, Crocetta. Che grandi motivazioni ‘culturali’ che stanno dietro il suo coraggio! Un governatore di ‘spessore’, insomma. Capace di ‘incantare’ con la sua grande politica e con la sua giunta infarcita di segretarie e di assessori finto-dimessi.
Sul PD abbiamo già detto. Si è preso i voti di questo Partito e adesso gli fa ‘marameo’. E il Megafono, questa specie di sommatoria informe di illusi e di cacciatori di poltrone? Resta così com’è. All’Ars e fuori.
Poi siccome sa che rischia di essere buttato fuori dal PD ripete: “Il mio Partito di qua, il mio partito di là”. E’ convinto che i renziani, che in questi giorni battono la Sicilia con la ‘paranza’ a pesca di transfughi gli getteranno il salvagente?
Che grande politica, ragazzi! Ma dove l’abbiamo trovato ‘sto presidente della Regione? In un gioco a premi?
Poi è anche un irriconoscente, Crocetta. Per offendere Antonello Cracolici gli ricorda: “Tu facevi le intese strette con Lombardo”. Attacca Cracolici e offende Lombardo senza il quale non sarebbe mai diventato presidente della Regione!
In un certo senso, per Lombardo, che in quattro anni di Governo della Regione ha praticamente sbagliato tutto, ci fa pure piacere. Però Crocetta dovrebbe essere più coerente. Raffaele Lombardo ha convinto Gianfranco Miccichè a candidarsi. E gli ha pure riempito le liste di candidati. Lombardo, dopo quattro anni di equilibrismi trasformistici, è pure finito sotto processo per mafia. E ora Crocetta lo dileggia…
Crocetta regala un po’ di filosofia sulla riforma della pubblica amministrazione. E si abbandona a una digressione sul silenzio-assenso. Tutti in piedi e zitti, parla Sabino Cassese II…
Che dire, poi, delle città metropolitane nelle mani di questa Giunta di casinisti? Saranno così, saranno colì. Minchiate con ‘giummo’, come si usa dire a Sciacca. L’unica verità è che i Comuni hanno già detto no.
Ah, dimenticavamo: il governatore Crocetta vuole entro dicembre la legge sui liberi consorzi di Comuni: che nelle sue mani e in quelle dei suoi assessori – che probabilmente non hanno mai letto l’articolo 15 dello Statuto – diventa un’occasione per creare altri ‘bordelli’.
La vuole entro dicembre, questa legge. Da approvare in quale aula parlamentare? A Carrapipi? Perché, con rispetto parlando, non ci pare che a Sala d’Ercole ci sia tanta voglia di appoggiare il Governo. Anzi.
Che dire, in conclusione? Signori, 20 mila euro al mese a parte, quando lo mandate a casa? Rimandiamolo a Gela, a giocare con l’Eni e le raffinerie. Ragazzi, la Regione siciliana è una cosa maledettamente complicata, specie con questa crisi finanziaria.
Presidente, ci ascolti: non è cosa sua, né cosa di Lumia, né cosa dei tre ‘scienziati’ di Confindustria Sicilia. Fate un fioretto: andatavene a casa prima che vi ci mandino i siciliani con una bella rivoluzione sociale…
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