A differenza delle facoltà i cui presidi in carica possono aspirare ad una riconferma, la Facoltà di Farmacia affronta le elezioni dopo un doppio mandato. In che misura la sua candidatura si pone in continuità con l’operato del Prof. Vanella?
Il collega Vanella ha svolto i suoi mandati con grande dedizione e grandissimi meriti. Ha saputo porre grande risalto ai problemi degli studenti e la costruzione di nuove aule e laboratori è un segno tangibile del suo impegno costante per la crescita della facoltà di Farmacia.
Ponendosi dal punto di vista degli studenti, quali sono i problemi più urgenti della Facoltà di Farmacia?
Gli studenti chiedono di essere messi nelle condizioni di potere programmare studi ed esami con grande anticipo, comprendendo il pro e il contro di ogni scelta. Chiedono più flessibilità nelle scelte curriculari e costante aggiornamento dei programmi disciplinari. Chiedono che l’eccellenza venga riconosciuta e premiata e che forme di tutorato possano sostenere quelli di loro che si trovano in difficoltà.
Può dirci in poche battute quali saranno gli indirizzi principali del suo impegno come Preside?
La formazione di eccellenza, con particolare attenzione alla formazione di terzo livello e alla formazione continua, e la ricerca, in una dimensione al contempo attenta alle esigenze del territorio e alla necessità di competere in un contesto nazionale ed internazionale. Grande attenzione alla crescita individuale di tutti coloro che insegnano, lavorano e studiano nella facoltà di Farmacia dell’Università di Catania.
Come giudica il ruolo, la capacità propositiva dei rappresentanti studenteschi della sua Facoltà? In che misura gli iscritti a Farmacia partecipano attivamente alla vita della Facoltà?
Io penso a rappresentanze studentesche in grado di elaborare strategie e proposte, un po’ come ha fatto e fa l’ESIB (ora ESU) a livello europeo. La capacità di proposta dipende dal grado di coinvolgimento degli studenti nelle scelte strategiche.
Ha mai ascoltato Radio Zammù?
Sì, in occasione di alcuni eventi particolarmente importanti.
Cosa pensa dei tentativi di giornalismo studentesco come il nostro?
Ho sempre visto con simpatia chi segue gli avvenimenti in prima persona, chi cerca di acquisire proprie personali capacità di valutazione piuttosto che utilizzare opinioni di altri. E questo di ottiene con forti motivazioni personali e agevolando una grande diversificazione delle fonti di informazione. Sono sicuro che nei fogli studenteschi catanesi lavorano molti ragazzi che non avranno, come nella tradizione cittadina, difficoltà ad affermarsi in futuro a livello nazionale e, perché no, internazionale.
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