Rogo aeroporto Catania: dopo gli avvisi di garanzia, la palla passa ai tecnici. Previsti campionamenti e analisi dei materiali

Era solo questione di tempo affinché nel fascicolo, inizialmente aperto contro ignoti, comparissero i nomi dei primi indagati. Sotto la lente d’ingrandimento della procura di Catania c’è quanto accaduto nella notte tra il 16 e il 17 luglio, quando un rogo divampato all’interno del terminal A dell’aeroporto Fontanarossa portò alla chiusura dello scalo per diverse settimane. A ricevere l’avviso di garanzia sono stati Nico Torrisi, amministratore delegato di Sac, società che ha in gestione l’aeroporto di Catania, e i dirigenti Giancarlo Guarrera e Antonio Palumbo. Con loro anche il responsabile antincendio Orazio Condorelli e gli addetti Sac Riccardo Sciuto e Carmelo Battiati. A completare la lista degli indagati c’è anche il nome di Cristiana Torrisi, impiegata di Italy Car Rent. Dal box della società di noleggio sarebbe partito il rogo e fu proprio Torrisi la prima, almeno stando al rapporto della polizia di quella notte, a lanciare l’allarme per l’incendio.

«L’avviso di garanzia, senza capi di imputazione, nei confronti di vertici e addetti Sac è un atto dovuto indirizzato all’espletamento di accertamenti tecnici irripetibili», spiega a MeridioNews l’avvocato Luca Blasi che, insieme a tre colleghi, fa parte del collegio difensivo degli indagati di Sac. A difendere Torrisi è invece l’avvocato Ruggero Razza. Con l’avviso di garanzia, gli indagati hanno la possibilità di nominare i propri periti che andranno ad affiancare i consulenti scelti dalla procura di Catania. Gli uffici giudiziari etnei si sono affidati allo studio Bardazza di Milano, specializzato nella ricostruzione di eventi catastrofici per consulenze tecniche in ambito civile e penale. Tra i casi seguiti dai professionisti quello dell’incidente aereo di Linate del 2001 e l’incendio a bordo della Norman Atlantic del 2014.

Un pool di esperti che dovrà capire cause e motivi della propagazione delle fiamme all’interno dello scalo etneo. Al lavoro non ci saranno soltanto degli ingegneri ma anche dei chimici che si occuperanno del campionamento dei materiali e delle ceneri. «Ieri è stato fatto un primo sopralluogo – spiega al nostro giornale l’avvocato Blasi riferendosi all’area del terminal che è stata sigillata e dichiarata sotto sequestro – Nei prossimi giorni, si continuerà ma adesso la palla passerà ai tecnici. Saranno loro a portare avanti le operazioni i cui termini finali non sono stati stabiliti». Il fascicolo è in mano alla procuratrice Agata Santonocito e al collega Fabio Scavone.

Torrisi venne sentita subito dopo il rogo e, come già raccontato da MeridioNews, spiegò di avere percepito uno sgradevole odore di bruciato mentre si trovava nella propria postazione all’interno del box per il noleggio delle auto. La donna, dopo avere notato una fiammella provenire dall’impianto per l’aria condizionata, avvertì una guardia giurata che si trovava nelle vicinanze. Subito dopo avrebbe raggiunto l’area esterna del terminal per avvertire i soccorsi attraverso il numero unico per le emergenze.


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