Robin Hood: arciere e Gladiatore

Storia di avventura, inganni e amori, storia che diventa mito. E’ “Robin Hood” di Ridley Scott a raccontare i pregressi della più celebre leggenda inglese, quella dell’arciere fuorilegge che “rubava ai ricchi per dare ai poveri”, eroe di Nottingham, paladino della giustizia negli anni in cui, in Inghilterra, regnava il dispotico Re Giovanni.

Ma facciamo un passo indietro. Secondo la ricostruzione del regista, Robin Hood era un abile arciere dell’esercito di Re Riccardo I, meglio noto come Riccardo Cuor di Leone. In guerra contro la Francia, il sovrano perde la vita e l’avventuriero protagonista, Robert Longstride, decide di abbandonare il campo di battaglia. Col nome di Sir Loxley, cavaliere ucciso durante un agguato francese, Robert farà ritorno in patria sotto falsa identità. Riporterà a Londra la corona del defunto Re il cui posto sarà preso dal fratello minore, Giovanni. In Inghilterra incontrerà il vecchio padre del defunto Sir Loxley che in punto di morte gli aveva consegnato la propria spada con promessa di riportarla a casa. Giunto con la triste notizia della sua scomparsa, Robert sarà invitato dal padre di Loxley a mantenere ancora per un po’ l’identità del figlio morto. Solo così, infatti, la bella e combattiva moglie del cavaliere, Marion, avrebbe potuto preservare l’eredità della famiglia. Tutt’altro che favorevole, Marion si mostrerà inizialmente scostante e diffidente verso Robert. Un misto di attrazione e repulsione, però, faranno sì che la coraggiosa milady si arrenda alle avance dell’arciere. Sceglierà, infatti, di affiancarlo non solo nella vita ma anche in combattimento. 

Meno truce dell’epica vicenda ripresa con “Il Gladiatore”, “Robin Hood” ritrae comunque un personaggio positivo perfettamente interpretato da Russell Crowe che, insieme a Cate Blanchett nei panni di Marion, eroina un po’ venere un po’ guerriera, si rivela la coppia vincente del film. Troppo lunga e dettagliata la prima parte cui segue invece un finale movimentato, avvincente e a prova di suspance. E’ infatti la comparsa della coprotagonista femminile a ridare vita alla trama, complicandola con intrighi e passioni, inganni da svelare e l’imminente avanzata francese da arrestare.

Insieme a Robert troviamo un instancabile gruppo di amici, arceri anche loro, pronti a sostenerlo in ogni sua scelta, prudente o rischiosa che sia. A metà tra storia e leggenda, il Robin interpretato da  Russell Crowe sembra riprendere fattezze e indole del Gladiatore. Forte, combattivo, impavido, a tratti violento, Robin sarà capace di combattere armato di arco e freccia ma anche della giusta dose di astuzia e coraggio. Uno scoccare di freccia diverso riserverà invece per la bella e affascinante Marion che, messa da parte l’aggressività iniziale, si mostrerà infine dolce e fidata compagna.

Ridley Scott termina il suo film proprio laddove finisce una storia, quella di Robert Longstride, e ne comincia un’altra non meno avventurosa ma di certo più conosciuta, quella di Robin Hood.


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