Nellultimo spettacolo al Metropolitan, Catania Jazz prende un'impronta più rocciosa e blueseggiante. Un impatto potente ma non troppo che rincuora tutte le fasce d'età, dai giovani appassionati del genere ai nostalgici over-sessanta. Tutti a scandire il ritmo con la testa e con i piedi, trascinati da questo sound
Robben Ford: tutto intorno al blues
Sul palco solo una chitarra ed un microfono accompagnati da un basso ed una batteria, ma tanto spettacolo e tanta qualità. Ad apprezzare lo spettacolo un pubblico divertito, curioso, attento ma anche esaltato e molto caloroso nei confronti degli artisti.
Robben, in tenuta grigia e stella rossa al petto, imbraccia la sua inseparabile chitarra “signature” Noupaul (modello personale progettato dal liutaio Taku Sakashta) alternata ad una Telecaster per i brani più country-style, e in questa edizione si presenta accompagnato da due musicisti di tutto rispetto. Il giovane e maestoso talento Travis Carlton al basso, ci ha deliziato con un lungo e travolgente solo funky, possente e soprattutto originale nell’esecuzione. A dare il tempo ci pensa infine il greco-americano Anastasios “Toss” Panos (ex Steve Vai band), batterista dal groove dinamico e trascinante.
Anche se dotato di un “povero” set jazz di batteria, Toss riesce dare il meglio di sé impegnandosi, anche lui, in un solo più che entusiasmante nella seconda parte del concerto.
E’ forte il feeling fra i musicisti e lo show ne risente molto, infatti gli applausi fioccano spontanei nelle punte di massimo spettacolo e il pubblico non vuole aspettare la fine del pezzo. Anche lo stesso leader lascia più volte spazio ai suoi “accompagnatori”, spostandosi al lato del palco e i due si cimentano in diversi fraseggi che fra elevate escursioni di dinamica fanno andare il pubblico in delirio.
Il trio ha inserito in scaletta svariati generi musicali di contorno al blues, dalla ballad con cadenza pop “Riley B King” alla scatenata “Talk to your daughter” passando per le vie della fusion in “Peace on my mind”. I brani strumentali si alternano a quelli cantati nei quali Ford mostra la sua indiscussa classe. Classici giri blues eseguiti con una tale disinvoltura da far sembrare il tutto estremamente semplice e facilmente riproducibile sia nei lenti sia nei brani più pompati che accennano un rock-blues alla Ac/Dc.
Insomma, una figura artistica che ricorda il leggendario Stevie Ray Vaughan per il simile registro vocale e l’impatto sonoro ma che esalta un genere dal cuore blues, con ramificazioni swing, funky e fusion, che gli permette di avere una versatilità unica.
Robben Ford, di sangue californiano, è uno tra gli indiscussi miti chitarristici di estrazione jazz che suona un blues innovativo dal quale non vuole allontanarsi più di tanto; una specie di vocazione della quale ha fatto un personale stile musicale. In 35 anni di attività ha collaborato con artisti di fama mondiale da Jimmy Whiterspoon a George Harrison, Tom Scott fino a Santana e al grande Miles Davis, venendo definito così, più volte dalla critica, erede vivente del compianto Ray Vaughan.
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