Il 2025 è agli sgoccioli e, con l’anno, anche l’attuale stagione di incentivi per la riqualificazione energetica delle imprese. Ma si è ancora in tempo per bloccare i benefici disponibili. A patto di muoversi presto e bene, per trasformare interventi concreti in risparmi di bolletta e vantaggi fiscali. L’importante, rassicura Armando Crispino – commercialista e […]
Riqualificazione energetica 2025: ultima chiamata per bonus e vantaggi fiscali per le imprese
Il 2025 è agli sgoccioli e, con l’anno, anche l’attuale stagione di incentivi per la riqualificazione energetica delle imprese. Ma si è ancora in tempo per bloccare i benefici disponibili. A patto di muoversi presto e bene, per trasformare interventi concreti in risparmi di bolletta e vantaggi fiscali. L’importante, rassicura Armando Crispino – commercialista e consulente aziendale, fondatore di Studio Crispino – è agire subito: per mettere in sicurezza i costi energetici e accogliere il 2026 con un piano chiaro e sostenibile. Da stilare anche con l’aiuto della nostra rubrica dedicata alle imprese.
Cos’è la riqualificazione energetica: non solo nuovi impianti
Spesso, a frenare gli imprenditori e i professionisti dall’investire nell’efficientamento energetico delle proprie aziende è il timore di imbarcarsi in lavori complessi e infiniti. Ma c’è una buona notizia: quando si parla di riqualificazione energetica, non si tratta solo di nuovi impianti. Il termine, in modo ampio e rassicurante, riguarda piuttosto l’obiettivo di processi più efficienti. Come controlli digitali che evitano sprechi, in edifici che disperdono meno calore. Ma anche energia autoprodotta, che riduce la dipendenza dal mercato. Obiettivi spesso raggiungibili con interventi dall’impatto non troppo impegnativo in termini di tempo e risorse. Specie perché sostenuti da agevolazioni pensate proprio per le imprese: crediti d’imposta, contributi diretti e detrazioni. Con una logica semplice: l’azienda investe per migliorare, lo Stato accompagna lo sforzo con un vantaggio economico misurabile.
Tutti gli incentivi disponibili per le imprese
Transizione 5.0
La misura adatta a chi vuole consumare meno a parità di produzione. Lo strumento sostiene l’acquisto di macchinari più efficienti, software, sensori o altra tecnologia (IoT) per monitorare i consumi. Riconoscendo anche le spese per la formazione del personale, affinché i risultati durino nel tempo. Il beneficio prevede un credito d’imposta, per alleggerire subito il carico fiscale. Ma è necessario procedere adesso, perché la misura è in scadenza al 31 dicembre 2025.
Conto Termico (GSE)
In questo caso parliamo di un contributo versato direttamente sul conto dell’azienda, per interventi su pompe di calore, solare termico, biomassa e sistemi intelligenti di gestione. Tra gli incentivi, è lo strumento di riqualificazione energetica adatto alle imprese a cui serve liquidità rapida dopo il collaudo. E quando la capienza fiscale non è ampia. Programmare adesso l’accesso alla misura significa incassare prima e beneficiare dei contributi già nel passaggio tra il 2025 e il 2026.
Ecobonus 2025
L’incentivo più noto, dedicato alla detrazione per gli immobili strumentali. Ossia cappotti termici, serramenti ad alte prestazioni, schermature solari, pompe di calore e building automation. La misura funziona bene per chi sta pianificando lavori sull’edificio e vuole una riduzione d’imposta stabile. La chiave, in questo caso, è preparare i documenti per tempo ed evitare slittamenti che potrebbero rendere meno vantaggiosi gli interventi.
Autoproduzione da rinnovabili (fondi Pnrr)
Se l’azienda consuma di giorno e dispone di superfici utili, autoprodurre energia è una decisione che stabilizza la bolletta per anni. Per capire se la misura fa al proprio caso, è necessaria una diagnosi energetica fatta bene e un piano di cassa ordinato. Considerato che il contributo arriva dopo gli interventi necessari. Ma, trattandosi di una misura erogata tramite click-day sulle piattaforme online, in cui la tempestività è tutto, a fare la differenza è arrivare preparati. Prenotando subito i sopralluoghi e istruendo la pratica.
Comunità Energetiche Rinnovabili (Cer)
Un modello per fare rete e condividere virtualmente l’energia con altre realtà del territorio. Funziona quando c’è una produzione in eccesso o quando si vuole creare valore collettivo. Rispetto ad altre misure, però, questa richiede dei tempi tecnici un po’ più lunghi per gli allacci e la governance. Per avere una struttura attiva nel 2026, quindi, è necessario muoversi adesso.
Gli errori che costano caro (e come evitarli)

Tra gli errori più comuni nell’accesso a incentivi di riqualificazione energetica per le imprese c’è di certo partire con i lavori senza avere bene inquadrato la normativa. Ma anche dimenticare la formazione nel budget della Transizione 5.0, perdendo un’occasione utile. E poi trascurare la tracciabilità dei pagamenti – mettendo a rischio l’accesso ai fondi – e sovrastimare la capienza fiscale nelle detrazioni, trovandosi poi in difficoltà. Tutti errori che riducono i benefici economici possibili o, addirittura, rischiano di farli saltare.
Scivoloni che, però, è possibile evitare con una regia attenta, non sempre fai da te, anche per la necessità di diverse figure specializzate. Con competenze fiscali, tecniche e di finanza agevolata. A partire dallo sguardo: «L’energia va trattata come un progetto d’impresa e non come un’adempimento», avverte Armando Crispino. Che condivide i passaggi seguiti nel suo studio: analizzare la realtà aziendale e individuare lo strumento più adatto, costruire un piano incentivi su misura, scegliere e coordinare partner tecnici affidabili, predisporre una documentazione a prova di controllo.