Rigassificatore, corto circuito all’Enel?

C’è  un po’ di confusione in casa Enel? Il dubbio nasce da una brevissima nota del gruppo che contraddice le dichiarazioni  dell’amministratore delegato, Fulvio Conti, sull’opportunità di proseguire nell’intento di costruire i rigassificatori.

Conti (persona che abbiamo incontrato a Palermo e che, in verità,  ci ha colpito per la sua gentilezza), lo scorso 3 ottobre, al Senato, ha, infatti,  dichiarato che non è più conveniente investire centinaia di milioni di euro in questo tipo di infrastrutture. E lo ha fatto, ovviamente, sulla base di analisi precise:  i consumi tendono a calare in Europa. Basti pensare, che,  quelli registrati ad ottobre, sono di gran lunga i più bassi dell’ultimo decennio: rispetto a ottobre 2007 le  centrali hanno consumato il 38,7% di gas in meno. Alla luce di queste fortissime contrazioni,  perché le imprese dovrebbero  costruire nuovi rigassificatori?

Meglio-ha detto Conti-continuare con gli attuali contratti “take or pay”(quelli che ci danno  sicurezza sulle forniture).  Oltretutto l’ad di Enel sa bene, e lo ha lasciato intendere,  che  sarebbe pura illusione pensare che  un rigassificatore possa essere costruito avendo in mente solo il mercato spot  senza avere alle spalle, almeno per una consistente parte di disponibilità di  rigassificazione, uno o più contratti di fornitura a lungo termine. E la realtà è che  i grandi produttori di GNL non pensano all’Italia come hub del gas, perché comanda il  mercato e il mercato dice Asia, non Europa.

I produttori di gas sono sempre gli stessi, l’Italia dipende e continuerà comunque a dipendere soprattutto da Russia e Algeria, i consumi tendono a calare ulteriormente e l’idea di proiettarci verso un mercato di forniture spot rischia di aumentare e non di diminuire la nostra dipendenza dai giochi di produttori sui quali non siamo sufficientemente influenti» ha dichiarato l’a.d. di Enel a Palazzo Madama (i dettagli in questo articolo). Che, sempre in quella sede, ha invece confermato il suo interesse per il Tap  (Trans Adriatic pipeline), uno dei nuovi gasdotti che da oriente dovrebbero rinforzare il nostro import metanifero.

E’ possibile che Conti, abbia parlato della diseconomia dei rigassificatori, ma intenda insistere nel costruire quello di Porto Empedocle? Ci sembra molto improbabile. Non a caso, moltissimi osservatori (inclusi personaggi di spicco delle istituzioni siciliane) sostengono che l’Enel si appresta ad abbandonare il progetto siciliano (al centro di furiose polemiche per la vicinanza dell’impianto, considerato ad alto rischio incidente, alla Valle dei Templi) che, vedi caso, finora è andato avanti molto lentamente.

Ma non è tutto. E ‘ notizia di questi giorni  (lo abbiamo scritto qui) che l’Autorità italiana per l’Energia e il gas, ha sospeso gli aiuti di Stato per le imprese che intendono costruire (e/o gestire) tali impianti. 

Insomma, non solo, lo scenario energetico mondiale li sconsiglia, ma anche l’Italia non ha più intenzione di sostenerli economicamente (sarebbero pagati dai cittadini nelle bollette).

Ma all’Enel fanno finta di niente. LinkSicilia ha contattato il gruppo per un chiarimento, sia alla luce delle dichiarazioni di Conti al Senato, che della delibera dell’ Aieg, ma abbiamo ottenuto solo una piccola risposta: “Enel conferma il proprio impegno per la realizzazione del rigassificatore di Porto Empedocle”. 

In che senso? Conti, in termini di business, ha, forse,  istinti suicidi?  La nota non lo dice. La sensazione è che si tratti di una frase gettata lì d’istinto. A meno che non si sia verificato un corto circuito, che all’interno di una azienda come l’Enel, sarebbe davvero esilarante.

Arriva il colpo di grazia al rigassificatore della Valle dei Templi
Stop al rigassificatore della Valle dei Templi?


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