L'atto adottato dall'esecutivo di rosario crocetta, con molta probabilita', e' illegittimo. Ma e', soprattutto, un modo goffo per provare a nascondere una sconfitta politica
Riforma delle Province in alto mare, il Governo proroga i commissari
L’ATTO ADOTTATO DALL’ESECUTIVO DI ROSARIO CROCETTA, CON MOLTA PROBABILITA’, E’ ILLEGITTIMO. MA E’, SOPRATTUTTO, UN MODO GOFFO PER PROVARE A NASCONDERE UNA SCONFITTA POLITICA
Ancora un’altra proroga per i commissari delle Province regionali il cui incarico è scaduto il 15 Febbraio. Il Governo regionale di Rosario Crocetta lo ha annunciato a Sala d’Ercole, scatenando l’ira dell’opposizione che parla di un atto illegittimo.
“Al momento le Province sono senza guida, senza gli organi e senza i commissari. Gli scenari possibili sono due: da un lato l’approvazione della riforma con tutto ciò che comporta l’attuazione del disegno di legge e come uscirà dall’aula; dall’altro lato si aprono i termini per un’eventuale indizione dei comizi elettorali. Per cui la decisione di fare nuovi decreti di nomina dei commissari fa salve entrambe le possibilità”, ha detto l’assessore agli enti locali della Regione Sicilia, Patrizia Valenti.
Una comunicazione che, come detto, è stata accolta male dall’Aula:
“I commissari delle Province non sono presidenti di società partecipate. Quelli sono i rappresentanti legali di un ente locale. In virtù di quale legge il governo può nominare nuovi commissari? Se prima non indice le elezioni non può nominare i commissari. Siamo nella totale illegalità”, ha detto Santi Formica, capogruppo della Lista Musumeci.
Concetto ribadito da Giorgio Assenza, parlamentare di Forza Italia: “La proroga dei commissari provoca un ulteriore e gravissimo vulnus all’iter di questa norma. Ci troviamo di fronte al terzo commissariamento per le Province. Anzi, per quelle di Ragusa e Trapani si parla del quarto commissariamento”.
Stessa musica da Gino Ioppolo, altro parlamentare della Lista Musumeci, che ha sottolineato “i dubbi di legittimità costituzionale e politica sulla cosiddetta riforma delle Province”.
La riforma, infatti, senza una legge costituzionale che abolisce le Province è solo fumo negli occhi. Da qui le proteste dei deputati.
La seduta d’Aula prosegue tra le polemiche e la valanga di emendamenti presentati.
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